Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio per l’editoria, il professore Carlo Malinconico, è stato ospite in un albergo extra lusso. Il conto di parecchie migliaia di euro lo ha pagato, all’insaputa dell’interessato, Francesco Piscicelli, l’imprenditore coinvolto nell’inchiesta sugli appalti post terremoto in Abruzzo e che rideva dopo la catastrofe. Malinconico, in precedenza presidente della Fieg e segretario generale della presidenza del Consiglio con Romano Prodi, ha detto di non aver “mai fatto favori ai personaggi coinvolti” e che è venuto a conoscenza “solo ora che Piscicelli avrebbe pagato di propria iniziativa e per ragioni a me del tutto ignote alcuni dei miei soggiorni presso la struttura alberghiera“. L’hotel “Pellicano” di Porto Ercole è uno dei più belli dell’Argentario. Non è solo bello, è fantastico! Si arriva, si soggiorna e poi il conto lo salda un altro, di solito Piscicelli. Inconsapevolmente, è ovvio. Fate la prova. L’albergatore Roberto Sciò e il costruttore Piscicelli, senza avvertire Malinconico, avevano organizzato la sua permanenza fidando che si scordasse di pagare, fatto poi regolarmente avvenuto. In una telefonata Sciò dice a Piscicelli “Il professore te lo sei proprio adottato…“.
Malinconico si è dimesso, tra gli applausi per la sua “sensibilità istituzionale” e dichiarazioni sull’integrità della persona.
In nomen omen: “La malinconia è una sorta di tristezza di fondo, a volte inconsapevole, che porta un soggetto al vivere passivamente, senza prendere iniziative, adattandosi agli avvenimenti esterni con la convinzione che non lo riguardino.”
Malinconico è lo stesso che chiese una “Mini tassa per chi naviga, come misura transitoria per dare ossigeno al settore dell’editoria, costerà come un caffè al mese“. Un genio! Lui e chi lo ha scelto.
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