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Un clandestino è per sempre. Dall’Italia non se ne va e non viene mai regolarizzato. Un apolide a vita. Il clandestino è utile, la paura sociale che lo accompagna è un vecchio retaggio razzista. Dimostrarlo non è difficile. E’ utile alle aziende che lo pagano la metà di un italiano e calmierano i salari. L’edilizia italiana sarebbe tracollata senza i clandestini, i nuovi schiavi di importazione. Vivere con 500 euro al mese si può. Ho trascorso tre giorni a Londra per verificare che fosse tutto in ordine per il matrimonio di William e Kate (a proposito, non mi hanno invitato), mi sembrava di essere a Roma o a Torino. C’erano più italiani che inglesi. Abbiamo sostituito i pachistani. Tutti all’estero a fare i lavori che in Italia non vogliamo più fare per non morire di fame: cuochi, commessi, baristi, camerieri. Ragazzi con una laurea e un’ottima conoscenza della lingua inglese. In Italia non tornerebbero neppure con una pistola alla tempia. Ingrati! Se lo sapessero D’Alema e l’ex ministro Ferrero gli toglierebbero il passaporto.
Il clandestino è utile politicamente. Giustifica, da destra, il voto al Pdl e alla Lega per il timore dell’invasione, ma anche, da sinistra, il voto al Pdmenoelle per la sua accoglienza senza se e senza ma. Il clandestino non è più una persona, è un’arma elettorale.
Il clandestino è utile alla criminalità. Dove troverebbero le mafie un tale numero di disperati disposti a spacciare droga o a vendere merce contraffatta? Migliaia di giovani donne costrette a prostituirsi? Bambini ridotti in schiavitù?
In Italia sono entrati 20.000 tunisini, della maggior parte di loro non si sa più nulla, che fine abbiano fatto. Pochi sono riusciti ad arrivare in Francia. Vagano per la penisola senza sapere una parola di italiano. In nessuno Stato del mondo questo è permesso con una tale serenità d’animo, da noi si. Il motivo è semplice, sono utili ai profitti delle aziende, ai partiti, alle mafie. Il clandestino è multiuso come un coltellino svizzero. Per ricevere qualcuno a casa tua devi disporre delle risorse per farlo. Dargli un lavoro dignitoso, un letto, organizzare l’integrazione. Altrimenti devi interrogarti se stai giocando con la dinamite e con il futuro della tua nazione.