di Niccolò Morelli – Solitamente anche ripetendo mille volte una bugia questa non diventa vera, rimane sempre una bugia. In Italia invece questo principio non sempre funziona: sempre più spesso infatti succede che reiterando a reti e giornali unificati una balla si finisca per scambiarla per verità. Poco importa se i dati e le evidenze segnalano il contrario.E nel caso del Superbonus 110% le evidenze parlano chiarissimo.
Dopo aver fatto una campagna elettorale in cui prometteva di mantenerlo e di tutelarne gli interessi, adesso il Governo Meloni accusa il Superbonus di aver fatto lievitare i costi dei materiali edili fino alle stelle, di aver creato un buco di 120 miliardi nel bilancio dello Stato e di aver pesato sulle spalle di ogni italiano per più di 2.000 euro. Ma è davvero così?
Per rispondere a questa domanda ci affideremo esclusivamente ai dati nudi e crudi che abbiamo a diposizione ad oggi, forniti dalla Guardia di Finanza, dal Censis e dal Nomisma.
Nomisma, società che realizza ricerche di mercato e consulenze per imprese, associazioni e enti pubblici
Secondo Nomisma a fronte di 70 miliardi di euro di investimenti si è prodotto un impatto economico pari a 195,2 miliardi con un beneficio diretto di 87,7 miliardi 39,6 miliardi di effetti indiretti e 67,8 miliardi di indotto. Dai risultati dello studio emerge una riduzione totale delle emissioni di CO2 in atmosfera stimata in 1.42 milioni di tonnellate. Al riguardo, l’investimento per la transizione ecologica attraverso il Superbonus è di 59 euro per tonnellata di C02, contro 52 euro per Trasporti e 95 per Industria. Questo per altro si riflette anche sul bilancio delle famiglie, con risparmi pari a circa 29 miliardi di euro. Nello specifico, per chi ha beneficiato della misura il risparmio medio in bolletta considerando anche il periodo straordinario di aumento dei costi dell’energia, è infatti risultato pari a 964 euro all’anno. Estremamente positivo anche l’impatto sull’occupazione, ha visto un incremento di 641.00 posti nel settore delle costruzioni e di 351.000 occupati nei settori collegati. Infine, sempre secondo Nomisma e di comune accordo con praticamente tutti gli altri osservatori, il Superbonus è stato il propulsore principale che ha permesso all’Italia di registrare il +6.6 di Pil nel 2021 e il +3.7 nel 2022.
Censis, centro studi investimenti sociali
Il Censis stima che i 55 miliardi di euro di investimenti certificati dall’Enea per il periodo compreso tra agosto 2020 e ottobre 2022 legati all’utilizzo del Super ecobonus hanno attivato un valore della produzione nella filiera delle costruzioni e dei servizi tecnici connessi pari a 79,7 miliardi di euro (effetto diretto), cui si sommano 36 miliardi di euro di produzione attivata in altri settori del sistema economico connesso alle componenti dell’indotto (effetto indiretto), per un totale di almeno 115 miliardi di euro.
Per la sua analisi, il Censis ha diviso gli effetti del Superbonus in tre macro aree di analisi:
Effetti fiscali: Si stima che una spesa così consistente abbia generato un gettito fiscale altrettanto rilevante. Attivando il Super ecobonus una produzione consistente per via degli effetti moltiplicativi sul sistema economico, il gettito fiscale derivante da tale produzione aggiuntiva si stima possa ripagare circa il 70% della spesa a carico dello Stato per le opere di efficientamento sugli edifici. Ciò significa che 100 euro di spesa per Super ecobonus costerebbero effettivamente allo Stato 30 euro, ridimensionando in questo modo il valore reale del disavanzo generato dall’incentivo.
Il Mef ha registrato tra gennaio e settembre 2022 un incremento del gettito dell’11% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, ed è verosimile pensare che proprio il comparto edile abbia considerevolmente contribuito a questa dinamica espansiva delle entrate tributarie.
Effetti occupazionali: Nel 2021 il valore aggiunto delle costruzioni è aumentato del 21,3% rispetto all’anno precedente. Nel Mezzogiorno la crescita è stata pari al 25,9% e nel Nord Ovest al 22.8. Più contenuta al Centro (16,3%) e nel Nord Est (18,5%). Si stima che l’impatto occupazionale del Super ecobonus per l’intero periodo agosto 2020-ottobre 2022 sia stato pari a 900.000 unità di lavoro, tra dirette e indirette.
Particolarmente rilevante l’impatto del solo periodo compreso tra gennaio e ottobre 2022, in cui si stima che i lavori di efficientamento energetico degli edifici abbiano attivato 411.00 occupati diretti (nel settore edile, dei servizi tecnici e dell’indotto) e altre 225.00 unità indirette.
Effetti in termini di efficienza energetica e sostenibilità ambientale: L’incremento medio del valore immobiliare delle unità abitative che hanno beneficiato della riqualificazione energetica è stimato tra il 3% e il 5%, a seguito di un salto di classe energetica dell’immobile. Il Censis stima che, sulla base dei dati disponibili, la spesa di 55 miliardi di euro generi un risparmio di 11.700 Gwh/anno che corrispondono a 1,1 miliardi di metri cubi di gas, pari al 40% del risparmio energetico che il Piano emergenziale di riduzione dei consumi del settore domestico si prefigge di realizzare nell’autunno-inverno 2022-2023 (2,7 miliardi di metri cubi di gas).
A tutto questo si sommano le parole della scorsa settimana del generale Giuseppe Zafarana della Guardia di Finanza. Parole che, in un paese normale, suonerebbero come la pietra tombale sulla spregevole narrazione dell’ultimo anno, partita dal Governo dei così detti migliori fino ad arrivare a quello Meloni. “Le frodi maggiori hanno riguardato il bonus facciate (di Gentiloni e Franceschini ndr) e l’ecobonus, mentre la parte relativa alle due tipologie di Superbonus si aggira intorno al 4/5%”.
Per la Guardia di Finanza quindi il Superbonus 110% rappresenta solo lo 0,3% dell’intero ammontare delle truffe in edilizia considerando anche i dati forniti da Enea a gennaio 2023 sul 110%, che parlano di un totale di 54,7 miliardi di Euro di detrazioni maturate per i lavori conclusi.
Come ribadito in un recente post Facebook dell’ex Ministro Patuanelli, tra i principali ideatori della misura in questione, sono ancora più gravi le fake news diffuse in questi mesi, a partire dalle truffe fino ad arrivare al rigonfiamento dei prezzi delle materie prime, che è invece stato in linea (se non minore, vedi Germania) agli altri Stati membri dell’UE. Una valanga di mistificazioni che ha finito per distruggere un volano economico importante e che rischia di far ripiombare un settore industriale del Paese, assieme alla sua enorme filiera, in crisi.
In conclusione dunque, al netto di quanto detto (dagli inequivocabili dati forniti dai principali istituti di ricerca alle parole della più alta autorità della Guardia di Finanza) l’unica vera colpa che realisticamente può essere attribuita ad un’evidente ottima idea come il Superbonus è quella di essere venuta in mente al partito sbagliato. Eccola, Signori miei, l’unica vera indicibile macchia sul Superbonus.
Tutto il resto è Stampubblica.
L’AUTORE
Niccolò Morelli, classe 1993, nasce ad Empoli ma vive tra le colline toscane di Vinci, il paese che dette i natali al genio di Leonardo. Nel 2018 si laurea in Scienze Politiche all’Università di Firenze e due anni dopo consegue il diploma di Master in Scienze del lavoro, frequentato per metà all’Université catholique de Louvain in Belgio, con una tesi dal titolo “Digitalizzazione e robotizzazione: verso un futuro senza lavoro?”.