Dall’Archivio del Blog
25 Giugno 2022
di Beppe Grillo – Sarà da oltre 10/15 anni che i miei informatori molto esperti mi parlano di una nuovissima tecnologia italiana di combustione, con straordinarie prestazioni di azzeramento dei sottoprodotti nocivi della combustione, delle diossine e furani, delle polveri sottili, di drastica riduzione di tutte le altre emissioni, di trasformazione delle ceneri in perle vetrose a zero rilascio di metalli pesanti nocivi, perfetta anche nel trattamento di rifiuti industriali particolarmente pericolosi.
Ho dato spazio a questa nuova tecnologia, per presentazioni nei miei spettacoli: ho dato spazio alla presentazione della tecnologia di combustione “senza fiamma”, per il trattamento di rifiuti industriali particolarmente “tosti”.
Cosa è successo in dieci anni? La tecnologia “senza fiamma” per rifiuti industriali pericolosi ha scoperto di essere una piattaforma tecnologica: in gergo tecnico significa un procedimento che nelle condizioni base può fare più cose.
Cosa fa per i rifiuti urbani? Tanto, tantissimo.
L’economia circolare che avanza recupera materiali utili, innanzitutto. Ma rimangono dei residui, e poi residui dei residui, da cui non si può tirare fuori più nulla di utile. I residui sono destinati alla discarica a terra.
La tecnologia “senza fiamma” può chiudere i cicli di recupero, con operazioni a bassissimo impatto ambientale, e limitata come quantità a ciò che serve per non dover continuare a creare discariche.
La “senza fiamma” trasforma ad altissima efficienza, e con un solo passaggio, uno SCARTO senza utilità in PRODOTTI soltanto: perle vetrose totalmente inerti per pannelli isolanti per edilizia, ed abrasivi per l’industria; CO2 ultra pura per usi commerciali (es. conservazione alimenti, estintori), e in futuro per usi come materiale di trasporto di Idrogeno, e per metanolo ed eteri, cioè materiali intermedi strutturali per materiali d’uso industriale; acqua pura, a purezza come minimo per usi industriali ed irrigui; tanta energia elettrica. Non ci sono sottoprodotti, fatti da correnti a caratteristiche ancor più problematiche del rifiuto in ingresso.
L’efficienza di trattamento è altissima. L’impianto ha anche un impatto “visivo”, e di occupazione di suolo drasticamente ridotto.
Oggi la “senza fiamma” non è più una scoperta per iniziati. La Comunità Europea l’ha consacrata European BAT, acronimo di Best Available Technology, in Italiano la “migliore tecnologia disponibile”. Le perle vetrose sono End-Of-Waste, “fine del rifiuto”, cioè materiale del tutto uguale a materiali estrattivi ordinariamente commercializzati.
L’impatto ambientale non è nemmeno paragonabile. Se prendiamo i limiti di legge, e li applichiamo ad un impianto inceneritore, di dimensioni mostre come quello proposto per Roma, scopriamo che le quantità emesse dalla “senza fiamma” sono microscopiche come quantità rispetto all’inceneritore.
Ma se fa tutte queste meraviglie, costerà anche una fortuna; il trattamento costerà una fortuna alla massa di utenti del servizio rifiuti di Roma.
È l’opposto! Per Roma, immaginando moduli da 180.000 t/a (due moduli senza fiamma da 15 MWth) di “sottovaglio” (ovvero lo scarto senza utilità di cui sopra), il costo di trattamento è largamente al di sotto del costo da inceneritore. Per dare un esempio, siamo a circa 50 €/t, molto molto meno rispetto a quello dell’inceneritore.
Il modulo proposto è largamente competitivo anche a scale molto ridotte, come i 180.000 sopra. Piccolo e competitivo vuol dire rendere possibile un servizio distribuito, invece che concentrato in un sito “infernale” per le enormi dimensioni. Si ridurrebbe così anche l’impatto dei mezzi di trasporto (turismo rifiuti), che il sito concentrato subirebbe obbligatoriamente.