di Oliver Scalabre – Abbiamo un bel problema. La crescita sta sparendo, la nostra economica globale ha smesso di crescere. Non è una novità. La crescita cala da 50 anni.
Inoltre non funziona più il vecchio mantra: “per poter crescere, bisogna produrre di più”.
Ovviamente, sotto il mantra della crescita, è stato fatto di tutto. Abbiamo spostato le fabbriche all’estero per ridurre i costi e sfruttare il basso costo del lavoro. Poi abbiamo ingrandito e specializzato per prodotto le fabbriche. L’idea era di fare grandi quantità per abbassare i costi. Ma ha irrigidito le filiere e quando attori come Zara, hanno accelerato gli approvvigionamenti da due collezioni all’anno a una collezione al mese, nessun fornitore è stato in grado di tenere il passo.
Ma qual è il punto? Le fabbriche di oggi sono uguali a 50 anni fa. Riuscite a pensare a qualcos’altro di uguale a com’era 50 anni fa?
Ora però tutto sta per cambiare. Avete mai visto dei robot da produzione avanzati?
Sono grandi come gli esseri umani e possono eseguire compiti complessi. Oggi nelle fabbriche, solo l’8% dei compiti è automatizzato. I meno complessi, i più ripetitivi. Tra pochi anni arriverà al 25%. Significa che entro il 2025, i robot avanzati saranno complementari agli operai, 40% più produttivi, senza malattie e ferie. Ma soprattutto perfetti.
É fantasia? L’anno scorso, negli USA, hanno preparato e spedito per Amazon tutti i prodotti del Cyber Monday. É stato il giorno di shopping online più importante della Storia. I consumatori hanno speso tre miliardi di dollari in elettronica, quel giorno.
Ma in realtà, la parte più entusiasmante di questa nuova rivoluzione industriale va ben oltre la produttività. La vera rivoluzione è un’altra.
Nasce la personalizzazione ad personam.
Un mondo in cui potete comprare esattamente il prodotto che volete, con le funzionalità che vi servono, con il design che volete, con gli stessi costi e tempi di un prodotto di massa. Tutto questo grazie ai robot avanzati e la stampa 3D che possono realizzare istantaneamente qualunque prodotto.
La manifattura diventerà più produttiva e più flessibile. Sarà un enorme cambiamento economico.
Primo, le nostre fabbriche verranno rilocalizzate nei mercati locali. La vicinanza al consumatore sarà la nuova norma. Inoltre, le nostre fabbriche saranno più piccole, più agili. La dimensione non importa più, conta la flessibilità. Lavoreranno su un multi-prodotto, sulla base degli ordini.
La globalizzazione entrerà in una nuova era.
I flussi commerciali Oriente-Occidente verranno sostituiti da flussi regionali. Oriente per Oriente, Occidente per Occidente. Se ci pensate, il vecchio modello era abbastanza folle. Stoccare, far viaggiare i prodotti attraverso il mondo prima che raggiungano il consumatore finale. Il nuovo modello, la produzione vicino al consumatore, sarà molto più pulito e rispettoso dell’ambiente.
La produzione tornerà a casa e la Cina non sarà più la fabbrica del mondo. L’anno scorso, produrre in Brasile era già tanto costoso quanto produrre in Francia. Entro il 2028, i costi di produzione in Cina saranno pari a quelli americani.
La nuova rivoluzione industriale accelererà il passaggio di queste economie emergenti al modello guidato dal consumo interno.
Un marca o una fabbrica spedirà o darà il consenso per la produzione del vostro cellulare nella fabbrica locale più vicina a voi. Avrete il vostro smartphone in mezz’ora a casa. E noi ci abitueremo a quel tipo di produzione. Non potremo più farne a meno. Tutto il sistema cambierà. Sta già cambiando.
L’unica cosa che manca a questo mondo che sta arrivando saranno gli acquirenti. Per quelli ci sono molte idee, ma nulla di concreto ancora in ballo. Speriamo bene.
Translated by Anna Cristiana Minoli
Reviewed by Marco Ciminiello