di Paolo Ermani – Dopo questa pausa forzata abbiamo la possibilità per operare la svolta necessaria alla nostra società dandogli lavoro, prosperità, una economia e ambiente sano e quindi di conseguenza anche la salute.
Visto che prossimamente ci saranno più disoccupati, aziende e attività varie in difficoltà, è il momento di indirizzarsi verso un vero Green New Deal che io chiamerei Piano di Rinascita Ambientale dell’Italia, indispensabile tra l’altro alla nostra sopravvivenza. L’Italia può ridiventare il Giardino d’Europa, resiliente, meno dipendente dall’estero, risparmiando soldi e risorse, dando una occupazione dignitosa che sia utile, sensata e di prospettiva. Ci sono campi immensi di intervento in ogni settore ambientale e l’apparato industriale e artigianale che abbiamo oggi è assolutamente in grado di fornire velocemente le tecnologie e i servizi necessari. Bisogna solo spostare la produzione da un settore ad un altro e spesso non è così complicato se si hanno già le caratteristiche di base, basti pensare al settore edile, metalmeccanico, termo idraulico. Si consideri poi che ad oggi non c’è alcun settore lavorativo con più ampi margini di occupazione del campo ambientale, nemmeno quello informatico e per dimostrarlo basta poco.
Iniziamo dalla riqualificazione energetica edilizia citando un recente studio Fillea CGIL e Legambiente in cui si calcola entro il 2025 di riqualificare energeticamente 30.000 condomini all’anno. Un intervento simile significherebbe avere 430 mila posti di lavoro, 9 miliardi di euro di investimenti diretti nel primo anno, 900 milioni di euro di entrate per le casse previdenziali, un risparmio per le famiglie in bolletta mediamente di circa 620 euro l’anno, visto che con interventi del genere, si calcola mediamente una riduzione delle bollette energetiche del 50%. Inoltre si avrebbe un aumento dei valori immobiliari tra il 5% e il 15%. Avremmo una riduzione delle emissioni di CO2 di 840.000 tonnellate annue e una riduzione dei consumi di gas di 418,5 milioni di metri cubi l’anno. E questi interventi non andrebbero a gravare sul debito pubblico italiano perché si tratterebbe di potenziare e migliorare gli strumenti fiscali che già esistono. Considerato che i condomini in Italia sono circa 1,2 milioni ci si può rendere conto dell’ulteriore enorme potenziale occupazionale ed economico che avrebbero interventi del genere. E questo esempio riguarda solo i condomini, a ciò vanno aggiunti edifici come scuole, palestre, uffici pubblici e privati, aziende di ogni dimensione, negozi.
Analizziamo di seguito altri settori di intervento che creerebbero occupazione.
Assunzione di personale qualificato per la salvaguardia ambientale con controllo capillare e conseguente riduzione drastica di tutte le possibili fonti di inquinamento in ogni ambito che provocano lutti e gravi disastri, attentando quotidianamente alla nostra salute.
Monitoraggio, protezione e aumento del patrimonio boschivo con un conseguente ripristino del corpo delle guardie forestali e potenziamento del loro numero, affiancate e supportate nel loro lavoro dalle associazioni o gruppi locali che si occupano di salvaguardia ambientale.
Riconversione delle aziende agricole tradizionali e conseguente aumento delle aziende di agricoltura biologica. Questo è un settore che continua ad avere da anni risultati eccezionali ed ha una possibilità di diffusione ancora maggiore, privilegiando le piccole e medie imprese, inserite in circuiti locali per rendere anche più resilienti i luoghi dove si trovano.
Realizzare finalmente la Solarizzazione dell’Italia rendendo giustizia al nome del Paese del sole, puntando decisamente alle energie rinnovabili con particolare attenzione alle tecnologie solari, creando filiere italiane e diffondendo prodotti il più possibile Made in Italy. I settori di intervento e applicazione sono anche in questo caso vastissimi, data la scarsa diffusione ad oggi di queste tecnologie nonostante il nostro potenziale strepitoso.
L’acqua è un altro settore fondamentale per la nostra sopravvivenza e in futuro ci saranno sempre più problemi di scarsità a causa dei cambiamenti climatici, quindi si può agire su tutti gli sprechi, dagli acquedotti, fino alla singole abitazioni.
Diffondere la realizzazione di impianti di fitodepurazione, sistemi decentrati di depurazione delle acque reflue che utilizzano un azione combinata di piante e batteri con la possibilità di recupero delle acque.
Installare ovunque sia possibile sistemi di recupero e riuso dell’acqua piovana e applicare tecniche di irrigazione a basso consumo di acqua.
Creazione nei luoghi di campagna di bacini di raccolta delle acque che possono servire come protezione antincendio, per l’arricchimento della biodiversità locale e per le irrigazioni a risparmio idrico.
Aumentare tutti i mezzi del trasporto pubblico privilegiando quelli elettrici, potenziare le linee ferroviarie secondarie e ripristinare quelle abbandonate.
Incentivare l’uso delle biciclette nelle loro varie versioni e capacità, in particolare modo all’interno delle città dove tutto è più a portata di mano.
Questi sono alcuni fra i maggiori settori in cui si può intervenire da subito e avere risultati tangibili. E oltre alle persone che potranno direttamente lavorare in questi campi, ci sarà tutto l’ambito della formazione dei tecnici, degli artigiani e delle aziende che opereranno in questi nuovi settori. Inoltre per rendere davvero efficaci questi interventi, sarà necessario formare il personale che agirà ovunque per divulgare le buone pratiche in maniera capillare ed efficace in ogni luogo di lavoro, nelle scuole e alla cittadinanza in genere. Saranno quindi migliaia le persone che potranno lavorare nell’indispensabile campo formativo. I posti di lavoro che si otterrebbero complessivamente in una ottica come quella qui proposta, sono così tanti, che non basterebbero nemmeno tutti i disoccupati presenti e quelli che si aggiungeranno alla fine del periodo corona virus. Il che significa che molte persone potranno anche cambiare lavoro, da un lavoro che oggi non gli piace o che è dannoso per sé, gli altri e l’ambiente, potranno scegliere di farne uno migliore.
In questo periodo si è chiaramente visto che si riescono a mettere in campo forze notevoli e fare degli interventi eccezionali, quindi il modo di procedere sopra esposto è chiaramente alla portata.
Dove si trovano i soldi per realizzare tutto ciò?
Con il risparmio energetico e idrico ottenuto direttamente anche dal mancato acquisto delle fonti fossili sia dal punto di vista statale, che dei privati. Con eventuali fondi messi a disposizione dell’Europa e dall’Italia per fronteggiare la situazione di difficoltà attuale, utilizzando i contributi e agevolazioni varie date alle fonti fossili che ogni anno si aggirano sui 18 miliardi di euro.
Inoltre bisogna considerare tutti i grandissimi costi sanitari risparmiati grazie ad un netto miglioramento delle condizioni ambientali e di inquinamento che si avrebbero agendo nel modo descritto. Ci sono poi un lungo elenco di sprechi e spese inutili o dannose di cui c’è solo l’imbarazzo della scelta, che potrebbero essere tagliate usando meglio quei soldi nella direzione dell’emergenza ambientale.
C’è a disposizione quindi tutto per realizzare il Piano di Rinascita Ambientale dell’Italia: soldi, competenze, tecnologie, capacità, forza lavoro…bisogna solo scegliere di agire.
L’AUTORE
Paolo Ermani – Scrittore, formatore, consulente energetico, ideatore di progetti innovativi in ambito lavorativo e ambientale. Da metà degli anni ottanta si occupa di ambiente, energie rinnovabili, risparmio energetico e idrico, uso razionale dell’energia, tecnologie appropriate a cui poi ha aggiunto tematiche relative agli stili di vita, all’economia, il lavoro, l’alimentazione, l’agricoltura, la facilitazione. Ha lavorato e si è formato nei più importanti centri europei per le tecnologie alternative. Fra le centinaia di iniziative che ha realizzato è tra i fondatori dell’associazione Paea, del giornale web Il Cambiamento e del progetto sul lavoro Ufficio di Scollocamento. E’ autore dei libri: Pensare come le montagne (scritto con Valerio Pignatta), Ufficio di Scollocamento (scritto con Simone Perotti), Solo la crisi ci può salvare (scritto con Andrea Strozzi).