“A seguito della condanna (6 anni di reclusione, 2 milioni e mezzo di sanzioni, 5 anni di interdizione dai pubblici uffici, 2 anni di interdizione dagli uffici direttivi di imprese) per falso in bilancio e manipolazione informativa come ex Presidente di Monte dei Paschi di Siena, il dott. Alessandro Profumo Amministratore Delegato di Leonardo Spa, principale industria italiana della difesa, ha come clienti numerosi governi stranieri: sarebbe inopportuno esporre il rappresentante di un governo estero all’imbarazzo di doversi rapportare ad un condannato per reati finanziari in veste di rappresentante di un’azienda italiana. Grazie alla significativa presenza locale, Leonardo si pone come operatore domestico nel Regno Unito e negli Stati Uniti, un accredito necessario per aggiudicarsi commesse dal governo inglese ed americano che potrebbero essere a rischio posto che se in Inghilterra o negli Stati Uniti un amministratore delegato fosse condannato per reati anche meno gravi di quelli ascritti al dott. Profumo, le dimissioni dovrebbero essere immediate. In base alle regole sull’autorizzazione ad entrare negli Stati Uniti (ESTA), per un condannato diventa persino difficile entrare negli US, uno dei principali mercati per Leonardo. L’indebolimento della leadership dell’A.D. Profumo rischia di avere conseguenze sul posizionamento di Leonardo a Dubai e negli Emirates con possibili ricadute anche in Kuwait sul programma EFA. L’A.D. Profumo è anche indagato in un secondo procedimento dove rischia un altro processo penale per la falsa contabilizzazione dei crediti deteriorati sempre come ex Presidente di MPS. A causa della improvvida cancellazione dei requisiti di onorabilità voluta nel marzo 2017 dall’ex-Ministro Pier Carlo Padoan due giorni proprio prima di designare il dott. Profumo al vertice di Leonardo già indagato, la condanna non ha come effetto la decadenza di Profumo, ma le dimissioni restano una questione di opportunità, sensibilità, dignità, senso civico e spirito di servizio nei riguardi dell’azienda e del suo principale azionista (lo Stato). Se l’A.D. Profumo non dovesse raccogliere l’invito a dimettersi, l’azionista Stato batta un colpo e lo sfiduci”
(Giuseppe Bivona, 19 ottobre 2020).