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Porci con le ali

beppegrillo.it - Dicembre 28, 2014

Riceviamo e pubblichiamo da Francesco Falezza

“La Corte Costituzionale italiana non ha dichiarato incostituzionale la legge elettorale chiamata “porcellum“, sì proprio quella con cui è stato eletto il parlamento in carica. Cosa ha comportato questo e che conseguenze ha avuto la sentenza? Niente! Nonostante sia passato quasi un anno non è successo assolutamente nulla. Il parlamento italiano, anche se eletto con una legge incostituzionale, è rimasto in carica ed ha continuato il suo lavoro come se nulla fosse accaduto. Questo è stato possibile perché la sentenza non ha effetto retroattivo, ma, a parte la legittimità formale, che non mettiamo in dubbio, lo possiamo considerare legittimo dal punto di vista sostanziale, morale e politico? Assolutamente no! Pensiamoci sopra. Ci troviamo di fronte a una Camera e ad un Senato che sono stati eletti con una legge incostituzionale, cioè illegittima perché non rispettosa della costituzione italiana. Mi chiedo, ma da una legge elettorale di questo tipo, cioè illegittima, perché non garantisce i principi costituzionali, può uscire un parlamento legittimo? Ovviamente no, perché non vengono rappresentati correttamente, degnamente e legalmente gli elettori!
Ma a questo punto cosa si sarebbe dovuto fare? Se ci fossimo trovati in un Paese con un minimo di senso della legalità, oltre all’incredibile putiferio e conseguente caduta di teste, il parlamento si sarebbe limitato a gestire le emergenze nel tempo strettamente necessario ad andare a nuove elezioni. E la nuova legge elettorale? Se un parlamento è eletto con una legge incostituzionale ovviamente non è legittimato nemmeno a fare una nuova legge elettorale.
Invece da noi cosa è successo? Non solo non si sono limitati all’emergenze, ma hanno continuato a legiferare come se nulla fosse accaduto, non solo hanno fatto le leggi ordinarie, ma hanno dato il via a riforme strutturali come la giustizia civile, l’eliminazione delle provincie, la riforma del lavoro, quella delle pensioni, ecc. ecc., non solo, ma tra le riforme strutturali vogliono riformare anche la legge elettorale, non solo, ma stanno riformando anche la costituzione dando una svolta autoritaria, accentratrice che limita fortemente le garanzie democratiche.
E gli organi di controllo come Corte Costituzionale o Capo dello Stato? Tacciono o addirittura spronano ad andare avanti così! Ci rendiamo conto del livello di marciume istituzionale a cui ci troviamo di fronte? Il marciume istituzionale si ha quando un alto organo dello stato, nell’esercizio delle proprie funzioni, ignora o addirittura non rispetta i minimi principi di legalità. Ma questo come può succedere? L’unica ipotesi plausibile è che l’abitudine a violare e non rispettare le norme sia talmente consolidata e diffusa che oramai più nessuno ci fa caso. Ma, qualcuno potrebbe obiettare, se si andasse a votare con la legge che ha detto la Corte Costituzionale, ci sarebbe un rischio di ingovernabilità, e allora per un ipotetico rischio continuiamo a violare la costituzione e continuiamo con l’illegalità? Ma adesso non stanno governando dalla destra alla sinistra tutti assieme? E allora di che rischio stiamo parlando? Forse perché col sistema proporzionale verrebbero rappresentati al meglio i cittadini? Forse perché ci sarebbe un parlamento veramente legittimato a fare le riforme? È forse questo il vero rischio di cui stiamo parlando? Parrebbe di sì. Adesso che abbiamo capito il livello di marciume in cui ci troviamo, andiamo a vedere, nel merito, alcuni aspetti della riforma costituzionale in atto.
La Costituzione Italiana è stata profondamente modificata nel 2001, tanto da parlare di seconda repubblica, quella riforma, che potremo chiamare epocale, ha trasformato lo stato italiano in uno stato federale ponendo sullo stesso livello stato e regioni. Le regioni prima erano semplicemente degli enti amministrativi dello stato e dal 2001 sono diventate enti autonomi con potestà legislativa su un certo numero di materie, non solo, ma hanno anche autonomia finanziaria di entrata e spesa. Ebbene tutto questo, in vigore dal 2001, non è stato mai applicato, le materie di competenza regionale mai devolute e l’autonomia finanziaria mai attuata. Non solo, ma ogni volta che una regione ha “osato” ricorrere alla corte costituzionale italiana per veder riconosciute le proprie competenze costituzionali, ecco che regolarmente ha ricevuto sonore bastonate nei denti con motivazioni spesso fantasiose e creative.
Adesso adducendo come scusa che queste norme hanno ingolfato la corte costituzionale di ricorsi si vuole tornare indietro. La verità è che la norma è sufficientemente chiara, ma non si vuole assegnare alle regioni le competenze previste dalla costituzione. Così vediamo, per esempio, che nonostante l’agricoltura sia una materia di esclusiva competenza regionale, il ministero statale sia ancora lì, lo stesso per le pari opportunità, altra materia di esclusiva competenza regionale che invece viene gestita da un ministro dello stato italiano. Non solo, ma anche di autonomia finanziaria non si vede traccia.
Questo per capire il livello di marciume istituzionale in cui si trova lo stato italiano: la Costituzione in vigore oramai da quasi 14 anni è quasi completamente ignorata e inapplicata!
È vero che quella riforma ha assegnato poche materie alle regioni, ma è altrettanto vero che non si vuole nemmeno dargli quel poco! In questo momento c’è un attacco concentrico da parte di magistratura ordinaria, magistratura contabile e governo italiano per togliere alle regioni quei poteri che non gli sono mai stati attribuiti! Non so quale regia oscura stia portando a termine questo disegno, ma so che continuando così le libertà democratiche sono fortemente a rischio, non solo, ma queste riforme, ci fanno regredire perché vanno nella direzione esattamente contraria all’interesse e al rispetto dei cittadini, ricordiamo che il sistema elettorale maggioritario con premio di maggioranza è stato quello che ha permesso a Mussolini di prendere il potere, se poi aggiungiamo la mancanza di preferenze e l’abolizione del senato abbiamo capito subito dove si vuole arrivare…
Qualcuno penserà che non è vero e che invece i governanti dello stato italiano sono pieni di buone intenzioni, ma io dico che, considerato il livello di marciume istituzionale, non credo alle buone intenzioni, ma anche ammesso che si siano buone intenzioni da parte di qualcuno, ricordiamo che le strade che portano all’inferno sono lastricate di buone intenzioni e i provvedimenti che stanno prendendo parlano da soli. Adesso che lo stato italiano non può più permettersi sia il “magna magna” che la democrazia, quale delle due cose vuole eliminare? Ovviamente la seconda. Ma noi non lo dobbiamo permettere”.
Francesco Falezza

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