Se continuiamo a discutere solo di spread, di titoli pubblici e di bail out dalla mattina alla sera, la UE non farà un solo passo avanti. Gli incontri tra i cosiddetti leader sembrano revisioni contabili organizzate dalla BCE con la partecipazione delle agenzie di rating. Si parla solo di strumenti finanziari per evitare la crisi. I focolai, sempre più frequenti, sono gestiti con l’ottica del qui e ora, del “doman non v’è certezza“. Ieri il maxi prestito alle banche di mille miliardi di euro per l’acquisto dei titoli pubblici di Italia e Spagna. Oggi l’anti spread, che assomiglia a un nuovo prodotto antiparassitario, un DDT finanziario. Domani, forse l’eurobond e la perdita di ulteriore sovranità nazionale dei Pigs. E’ un pestare l’acqua nel mortaio. Reali politiche di sviluppo comuni e integrate europee non vengono messe in agenda. Eppure sono, insieme a una convergenza politica, l’unico motivo dello stare insieme. L’euro dovrebbe essere una conseguenza dell’esistenza della UE.
A livello mondiale si può competere solo con investimenti mostruosi sull’innovazione, impossibili per ogni singolo Stato europeo, forse anche per la stessa Germania che prospera anche per le esportazioni sul mercato interno europeo, ma che potrebbe essere travolta dalla crisi dell’euro. Si discute fino alla noia degli effetti della crisi, ma non delle cause. Se la Apple, un’azienda, vale da sola il PIL di alcuni Paesi europei qualcosa vorrà pur dire. Non ci poniamo la domanda del perché Amazon, Google, IBM, Microsoft sono tutte aziende americane, dei motivi per cui 17 tra le prime 25 società mondiali con il miglior brand, alle quali vengono riconosciuti sia diffusione globale che qualità, sono tecnologiche. E perché tra le prime dieci, ben nove sono statunitensi (primo posto Apple, secondo Google…) e una è cinese. L’Europa esporta capitali e debito pubblico, ma a livello di competizione mondiale è una somma di pigmei contro dei giganti. Rischiamo di diventare un mercato di consumatori con forza di lavoro a basso costo a disposizione di multinazionali extra europee. Discutiamo di sviluppo, di futuro, di sinergie, di fusioni e integrazione delle migliori aziende d’Europa, a iniziare dalle telecomunicazioni, dall’informatica, dalle biotecnologie o finiremo ultimi, superati anche dall’Africa.
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