A un politico italiano togligli tutto, anche la moglie e la squadra del cuore, ma non i soldi. Senza finanziamenti pubblici non può vivere, i soldi sono per lui come l’aria, la sua sola ragion d’essere. Un referendum li ha aboliti, ma dal suo punto di vista i referendum sono ininfluenti, antidemocratici. Per lui, farsi finanziare dai cittadini è meglio che fottere, è l’indole del pappone. Se gli tocchi i soldi può anche impazzire e sproloquiare sentenze storiche e contabili ai giornali, sempre pronti a raccogliere i ragli dei politici. I partiti, nel timore che i cittadini si incazzino e pretendano che non ricevano più un miliardo di euro da investire in Tanzania o in Canada o in immobili personali, come Lusi, hanno mandato avanti Bersani che si è espresso contro “la curvatura plebiscitaria e personalistica… i partiti sono una nervatura democratica e già 50 anni prima di Pericle si era deciso di finanziarli“. Si è confuso pover’uomo, distratto tra Penati e Tedesco, non voleva dire Pericle, ma Ali Babà e i quaranta ladroni. Pericle si rivolterà nella tomba di fronte alle bestemmie di Bersani. Un ripassino per il pdmenoelle, dal discorso agli ateniesi di Pericle:
“Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo viene chiamato democrazia/ Qui ad Atene noi facciamo così/ Le leggi assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private…/ Quando un cittadino si distingue, allora sarà, a preferenza di altri, chiamato a servire lo Stato… come ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento/… Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private, ma soprattutto non si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private/ Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati, e ci è stato insegnato di rispettare le leggi e di non dimenticare mai che dobbiamo proteggere coloro che ricevono offesa/ … Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consideriamo innocuo, ma inutile; e benchè in pochi siano in grado di dare vita ad una politica, tutti qui ad Atene siamo in grado di giudicarla/ … Noi crediamo che la felicità sia il frutto della libertà, ma la libertà sia solo il frutto del valore…”.
A sostenere la “nervatura democratica” è intervenuto anche il tesoriere del pdmenoelle Antonio Misiani che ha spiegato tra le lacrime che i finanziamenti si sono dimezzati “da 289 milioni del 2010 a 143 del 2012“, senza aggiungere però che fino al 2010 i finanziamenti erano doppi. Infatti quando si interrompe una legislatura, come avvenne nel 2008, la quota rimanente viene comunque erogata insieme ai nuovi finanziamenti. Questa manfrina deve finire. Gli italiani hanno detto NO ai finanziamenti elettorali con un referendum e NO deve essere. I partiti sono fuori dalla democrazia. Ci vediamo in Parlamento se non fanno una legge elettorale per impedirlo.
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