“Là dove si abbattono gli alberi e si uccide la fauna,
i germi del posto si trovano a volare in giro
come polvere che si alza dalle macerie.”
David Quammen (2012)
Molte delle cosiddette malattie emergenti – come Ebola, AIDS, SARS, influenza aviaria, influenza suina e oggi il nuovo coronavirus (SARS-CoV-2 definito in precedenza come COVID-19) non sono eventi catastrofici casuali, ma la conseguenza del nostro impatto sugli ecosistemi naturali. L’uomo con le proprie attività ha alterato in maniera significativa i tre quarti delle terre emerse e i due terzi degli oceani, modificando a tal punto il Pianeta da determinare la nascita di una nuova epoca denominata “Antropocene”. Molte pandemie degli ultimi decenni hanno origine nei mercati di metropoli asiatiche o africane dove si riscontra il commercio illegale o incontrollato di animali selvatici vivi, di scimmie, di pipistrelli, di carne di serpente, scaglie di pangolini, e tanti altri rettili, mammiferi e uccelli. Si creano in questo modo pericolose opportunità per il contatto tra l’uomo e le malattie di questi organismi, offrendo il fianco allo sviluppo di vecchie e nuove zoonosi, ovvero di malattie infettive che possono essere trasmesse dagli animali all’uomo.
Nel report intitolato “Pandemie: l’effetto boomerang della distruzione degli ecosistemi” WWf ha cercato di illustrare quali sono i collegamenti, in larga parte ancora poco noti, tra le nostre azioni sugli ecosistemi e la biodiversità e le conseguenze che queste hanno sulla diffusione di alcune malattie e quindi sulla salute pubblica, fino alle condizioni socio-economiche delle nostre società.
In questa prospettiva l’attuale pandemia di coronavirus SARS-CoV-2 che sta mettendo in seria crisi il mondo, offre lo spunto per un approfondimento del rapporto uomo e natura sempre più globalizzato.
MESSAGGI CHIAVE
Virus, batteri, archea e altri microrganismi come protozoi e funghi svolgono un ruolo essenziale nei cicli biogeochimici della biosfera. Costituiscono il presupposto per la nascita e persistenza della vita sulla Terra che si è andata formando 3.8 miliardi di anni fa e sono nella stragrande maggioranza dei casi assolutamente innocui, anzi spesso essenziali per gli ecosistemi e la salute umana (basti pensare al microbioma umano o alle numerosissime simbiosi tra organismi e microbi);
• Alcuni di essi, come batteri e virus patogeni o protozoi parassiti, possono tuttavia avere effetti negativi rilevanti sulla salute umana. È questo il caso del coronavirus SARS-CoV-2 responsabile della pandemia in atto;
• In molti di questi casi, la loro origine deriva dalla trasformazione di questi patogeni, che permette loro il passaggio da animali selvatici all’uomo;
• Il passaggio di patogeni (come i virus) da animali selvatici all’uomo è facilitato dalla progressiva distruzione e modificazione degli ecosistemi dovuta alla penetrazione dell’uomo nelle ultime aree incontaminate del pianeta e al commercio, spesso illegale e non controllato, di specie selvatiche che, di fatto, determina un contatto intimo tra animali e i loro patogeni. Queste malattie emergenti possono avere un costo drammatico in termini di vite umane e forti impatti socio-economici;
• Il crescente impatto umano su ecosistemi e specie selvatiche, in
combinazione con quello dei cambiamenti climatici globali, indebolendo gli ecosistemi naturali facilita la diffusione dei patogeni aumentando l’esposizione dell’uomo a tali rischi;
• Conservare la natura e restaurare gli habitat danneggiati rappresenta uno strumento essenziale per preservare la nostra salute e il nostro benessere.
Di seguito il link per scaricare il rapporto completo del WWF:
“Pandemie: l’effetto boomerang della distruzione degli ecosistemi”