La transizione globale verso le energie rinnovabili ha superato un “punto di svolta positivo”. Lo affermano due nuovi rapporti delle Nazioni Unite pubblicati martedì, secondo cui l’energia solare ed eolica rappresentano oggi quasi sempre l’opzione meno costosa e più rapida per la produzione di nuova energia.
Nel 2024, la capacità globale aggiunta da fonti rinnovabili ha raggiunto i 582 gigawatt, con un aumento di quasi il 20% rispetto al 2023. Si tratta della più grande espansione annuale mai registrata. Quasi tutta la nuova capacità elettrica installata nel mondo proviene da fonti rinnovabili. In quasi tutti i continenti, le energie pulite hanno superato i combustibili fossili nella nuova capacità installata.
Secondo il rapporto multiagenzia dell’ONU intitolato Seizing the Moment of Opportunity, circa tre quarti della crescita dell’energia elettrica a livello mondiale proviene da fonti verdi come vento e sole. Il segretario generale dell’ONU António Guterres ha commentato che questi dati mostrano “quanto siamo andati lontano nel decennio trascorso dall’Accordo di Parigi, che ha dato il via a una rivoluzione dell’energia pulita.”
Un’analisi parallela dell’Agenzia Internazionale per le Energie Rinnovabili (IRENA) conferma il quadro: oltre il 90% delle nuove fonti rinnovabili nel mondo ha generato elettricità a un costo inferiore rispetto alla più economica delle alternative fossili.
“Stiamo per entrare in una nuova era per l’energia,” ha dichiarato Guterres durante il discorso di presentazione dei due rapporti. “I combustibili fossili stanno esaurendo la loro corsa, e sta sorgendo il sole su un’epoca di energia pulita. Basta seguire i soldi,” ha aggiunto.
Nel 2023, gli investimenti nelle energie pulite hanno superato i 2.000 miliardi di dollari (circa 1.700 miliardi di euro), cioè 800 miliardi in più rispetto a quelli nei combustibili fossili. Si tratta di un incremento del 70% rispetto a dieci anni fa.
Secondo i nuovi dati pubblicati da IRENA, tre delle fonti di elettricità più economiche nel 2023 sono state l’eolico, il solare e l’idroelettrico di nuova generazione. In particolare, il solare è oggi il 41% più conveniente rispetto ai combustibili fossili. Solo pochi anni fa, era quattro volte più costoso. Anche l’eolico offshore ha registrato una riduzione drastica dei costi: oggi è il 53% più economico rispetto al passato ed è diventato la fonte rinnovabile più conveniente tra quelle nuove.
Per decenni, crescita economica e aumento delle emissioni sono andati di pari passo. Ora, ha spiegato Guterres, in molte economie avanzate le emissioni hanno raggiunto il picco, ma la crescita continua.
Nel solo 2023, i settori dell’energia pulita hanno contribuito al 10% della crescita del PIL globale e a quasi un terzo di quella europea. Tuttavia, il direttore generale di IRENA, Francesco La Camera, mette in guardia: “I crescenti attriti geopolitici, i dazi commerciali e le difficoltà nell’approvvigionamento dei materiali minacciano di rallentare lo slancio e aumentare i costi.”
I costi delle rinnovabili dovrebbero comunque continuare a diminuire grazie alla maturazione delle tecnologie e al rafforzamento delle catene di approvvigionamento. Tuttavia, le turbolenze geopolitiche (compresi i dazi commerciali, i colli di bottiglia sulle materie prime e l’evoluzione delle dinamiche produttive, in particolare in Cina) potrebbero far temporaneamente risalire i costi. In Europa, questi rincari rischiano di essere più persistenti a causa di ostacoli strutturali come i ritardi nei permessi per i nuovi progetti e la limitata capacità della rete elettrica.
Guterres ha inoltre sottolineato che “i combustibili fossili ricevono ancora quasi nove volte i sussidi pubblici per i consumi rispetto alle rinnovabili.” E ha aggiunto: “I Paesi che si aggrappano ai combustibili fossili non stanno proteggendo le loro economie, le stanno sabotando.”
Per La Camera, la chiave per salvaguardare i progressi compiuti nella transizione energetica è “rafforzare la cooperazione internazionale, garantire catene di approvvigionamento aperte e resilienti, e creare quadri stabili per le politiche e gli investimenti, soprattutto nel Sud globale.” E conclude: “La transizione alle rinnovabili è irreversibile, ma la sua velocità e la sua equità dipendono dalle scelte che facciamo oggi.”





