L’Italia è tenuta in vita artificialmente dalla BCE. Lo spread dovrebbe schizzare in quanto tutti i parametri economici del Paese sono fallimentari, ma lo spread invece, incomprensibilmente, rimane stabile. E’ chiaro che la sua oscillazione non dipende dallo stato della nostra economia che è peggiorata sensibilmente rispetto all’estate del 2011, al tempo dello spread a 500 punti e oltre. Dovremmo essere già sepolti da tempo, ma siamo tenuti in vita per evitare default, fallimento e quindi insolvenza nei confronti dei nostri creditori internazionali. L’Italia deve garantire in sostanza due cose: il pagamento degli interessi sui titoli di Stato e il trasferimento dei titoli a scadenza dalle istituzioni finanziarie straniere, in prevalenza francesi e tedesche, alle nostre banche, che infatti si stanno imbottendo di titoli di Stato. E questo sta avvenendo puntualmente: paghiamo gli interessi con regolarità e ci stiamo ricomprando il debito. Dall’avvento di Monti, imposto dai nostri creditori internazionali, l’esposizione dell’estero sui nostri titoli è scesa di circa il 17%, è passata dal 50% al 33% sui circa 2.200 miliardi di debito pubblico. Il rischio Italia è diminuito, ma non basta. L’obiettivo è di scendere ancora, almeno alla soglia del 10%, una percentuale accettabile. Poi staccare la spina sarà una scelta possibile senza rischiare un effetto domino in caso di morte economica del nostro Paese. Per onorare interessi e riacquisto del nostro debito l’unica possibilità è l’aumento della pressione fiscale diretta e indiretta in una spirale continua insieme alla stretta creditizia delle banche, che non possono erogare prestiti alle aziende perché impegnate a comprarsi i nostri titoli di Stato. Il gioco al massacro sul corpo dell’Italia comporta l’impoverimento delle famiglie e la chiusura delle aziende in cambio dello spread. Ne vale la pena? Ed è necessario inserire nelle nostre banche il rischio titoli quando sono già impiombate da miliardi di crediti non esigibili e dalla prossima, e non rinviabile, svalutazione degli immobili in bilancio? Il sangue fresco fluisce all’esterno, mentre importiamo titoli che valgono meno del loro valore nominale e ci sveniamo per pagare gli interessi sul debito. Un continuo trasferimento di valore da famiglie, imprese e sistema bancario verso i nostri creditori che sta trasformando l’Italia nel deserto dei tartari. Si potrebbe definire collaborazionismo. Il debito va rinegoziato o, in alternativa, vanno introdotti gli eurobond. Tertium non datur se non vogliamo morire. In alto i cuori!
Ps: “Non mi sono mai candidato in Forza Italia. Andrea Scanzi dice il falso.” Gianroberto Casaleggio