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In Europa è scattata la sirena dell’ “Ognuno per sé e l’euro per tutti“. Le continue manovre, incontri istituzionali, vertici europei, nuove elezioni e rimozioni di primi ministri che si sono susseguiti in questi anni hanno avuto un primario, e non dichiarato obiettivo: diminuire il rischio di Francia e Germania verso i Paesi indebitati. Quindi verso Grecia, Spagna, Italia, Portogallo e Irlanda: i PiGS. In caso di default dell’Italia e della Spagna l’intero sistema economico europeo potrebbe infatti collassare. Persino la piccola Grecia, con un Pil del 3% rispetto a quello dell’intera UE, ha messo in pericolo la stabilità delle banche francesi. Banche e investitori esteri hanno venduto a piene mani i titoli dei maiali che sono stati comprati dalle banche dei maiali grazie al prestito di mille miliardi di euro erogato alle banche dalla BCE. Il debito sta ritornando al Paese di emissione, mentre gli investimenti dall’estero verso i PIGS si stanno prosciugando. Dalla crisi finanziaria del 2008 le banche tedesche si sono alleggerite di 301 miliardi di esposizione verso i PIGS, le banche francesi di 204 miliardi. Francia e Germania sono quindi a metà del guado. La Germania ha tagliato del 49,7% l’esposizione verso i Paesi mediterranei e l’Irlanda, e la Francia del 33,4%. Ancora due anni e per loro il rischio PIGS e, di conseguenza il rischio euro, saranno annullati. Forse, allora il loro interesse al mantenimento della moneta cosiddetta unica, cosiddetta in quanto adottata solo da alcuni Paesi europei, diminuirà. L’esposizione PIGS di Francia e Germania è scesa di circa 45 miliardi verso la Grecia, di 170 verso l’Italia, 153 Spagna, 19, 5 Portogallo, 119 Irlanda. Un buon lavoro, indubbiamente, ottenuto però con la recessione dei PIGS e il loro continuo sprofondare nella disoccupazione e nella chiusura delle aziende. Il fenomeno della vendita di titoli dei PIGS sta accelerando. Solo nell’ultimo anno circa il 10% dei titoli pubblici in circolazione di Italia e Spagna sono stati venduti dalle banche estere e ricomprati dalle banche italiane e spagnole. Un altro prestito di 1.000 miliardi di euro della BCE alle banche dei PIGS, finanziato in gran parte proprio dai PIGS!, e il problema sarà risolto. Euro o non euro!
[Fonte: Financial Times; BIS]