La politica italiana si è spostata dal Parlamento alla Manifestazione. Il contrario della parola manifestazione è occultamento, scomparsa. In fisica a un’azione corrisponde una reazione uguale e contraria. La democrazia scomparsa trova altre vie quando quelle istituzionali le vengono precluse, riappare come un fiume carsico all’improvviso. Le piazze del Cairo e di Tunisi ne sono la dimostrazione galileiana, ma anche quelle di Londra, di recente, con la protesta degli studenti universitari e la macchina di Carlo sballottata come all’autoscontro di un luna park.
Se all’estero la Manifestazione ha un suo principio e una sua fine (si manifesta per ottenere qualcosa che verrà concesso almeno in parte) in Italia la Manifestazione ha un principio e basta. L’obiettivo della Manifestazione è manifestare. Se all’estero la Manifestazione è un fatto importante, spesso epocale, e perciò raro, in Italia ci sono più manifestazioni che giorni dell’anno. Il calendario del manifestante è così ricco da porlo di fronte a salti mortali. Il sabato per partecipare a due manifestazioni, entrambi vitali per la democrazia, deve fare anche 2/300 chilometri.
I partiti partecipano con convinzione alle manifestazioni, di solito se ne appropriano quando non riescono a organizzarle direttamente, ed è frequente vedere le loro bandiere sventolare al sole e i banchetti con i simboli e i volantini di ordinanza. Sono i fuoriusciti temporanei dal Parlamento. Protestano in piazza il fine settimana contro sé stessi, ma senza dare troppo nell’occhio, in gergo politico sono i cosiddetti paraculi. I parlamentari divorziati, frequentatori di trans e di mignotte protestano contro i Pacs. L’opposizione, complice da decenni di Berlusconi senza se e senza ma, pidimenoellena e dintorni manifesta contro lo psiconano anche tre volte alla settimana. I sindacati e i parlamentari di riferimento che hanno assistito alla distruzione della Fiat e dell’Olivetti sfilano compatti per l’occupazione.
Quando non riescono a pilotare le manifestazioni per il proprio bacino elettorale, i politici si aggregano all’ultimo minuto. Salgono persino sui tetti per portare la loro solidarietà pelosa agli studenti a cui la Gelmini ha tagliato anche i banchi, loro che incassano un miliardo di euro di finanziamenti pubblici. Manifestano compatti per l’acqua pubblica di cui non gliene può fregare di meno mentre appaltano la gestione a società private. Sfilano contro la Finanziaria, chiedono l’abolizione delle Province e la riduzione dei costi della politica e, nel frattempo, i loro consiglieri provinciali ingrassano e i giornali di riferimento, i megafoni delle manifestazioni, incassano 330 milioni di euro. La Manifestazione di lotta e di governo è ormai un fatto compiuto. Manifesto ergo sum.
P.S. Sono stati programmati incontri per la creazione di Liste Civiche 5 Stelle nelle seguenti città:
Abano Terme, Anzio, Arezzo, Arquata Scrivia, Bardonecchia, Chioggia-Sottomarina, Chivasso, Codogno, Este, Figline Valdarno, Modugno, Nerviano, Nettuno, Ospedaletto Euganeo, Policoro, Rocca Priora, Salsomaggiore, Vimercate, Vigonovo