Intervento di Paolo Becchi, Professore ordinario di Filosofia del Diritto presso la facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Genova
“Le prossime elezioni politiche saranno decisive, perché il loro esito sarà quello di decidere non la semplice altalena tra una maggioranza ed unopposizione parlamentare, ma lo scontro politico fondamentale in atto: quello tra la Terza Repubblica inaugurata dal 18 Brumaio di Napolitano e lunica autentica forza rivoluzionaria presente nel Paese, il MoVimento 5 Stelle. Che lo si voglia o no, gli elettori eserciteranno, questa volta, un potere costituente, riscriveranno, qualunque sia lesito della consultazione, la nostra Costituzione: con il prossimo voto, ne va del rapporto tra Parlamento e Governo, della sorte della forma partito, della posizione dellItalia in Europa e nellunione monetaria. Eppure lesercizio del voto è, in qualche modo, sempre manipolabile. E le discussioni di questi mesi e, in particolare, di questultima settimana sulle modifiche alla legge elettorale rivelano esattamente ciò che è davvero in gioco: impedire lascesa del MoVimento 5 Stelle che, dopo il voto in Sicilia, si è imposto come lunico soggetto politico in grado di resistere alla consacrazione della Terza Repubblica. Le recenti dichiarazioni del Presidente del Senato Schifani sono, al riguardo, emblematiche: “Sono al lavoro sulla legge elettorale per i cittadini, ce la sto mettendo tutta, è quello che ci chiedono in tanti. Ce la facciamo, se no Grillo altro che al 30%, va all’80%“. Le forze politiche si preparano, trasversalmente, alla controffensiva contro un MoVimento fatto di volti completamente nuovi, con idee chiare, semplici e precise nella testa: prima di tutte la trasformazione rivoluzionaria dellintero ordine costituzionale, da sistema fondato sulla rappresentanza a sistema fondata sulla democrazia diretta. Prima delle elezioni siciliane, la classe politica italiana si era illusa che il MoVimento non rispecchiasse che unondata di malcontento popolare. Solo ora si è compreso che il sogno potrebbe diventare realtà. Ed è per questo che la legge tanto auspicata dal mangiafuoco della Repubblica (il Capo dello Stato) è ritornata sul tavolo delle trattative tra i partiti. Lo scopo è uno solo: una legge contra personam (vecchio pezzo di teatro del berlusconismo), contro Grillo ed il MoVimento. Grillo ha ragione, quando fa notare che – mentre sulla questione della moneta unica i partiti si trincerano dietro al rispetto per Bruxelles e lEuropa -, è proprio lUnione Europea ad aver ha sancito nel 2003 che gli elementi fondamentali del diritto elettorale non devono poter essere modificati nell’anno che precede lelezione, o dovrebbero essere legittimati a livello costituzionale. Quando parla di colpo di Stato, non si può dargli torto. Intanto, i vecchi partiti mercanteggiano sui mezzi per raggiungere lo scopo di eliminare in partenza la rivoluzione del MoVimento 5 Stelle. Ci sono alcuni dati di fatto, da cui si deve partire. Il sistema partitocratico è in crisi irreversibile. Il Centro-Destra ha già perso le elezioni, e tenterà soltanto di vendere al miglior prezzo quel 10%-12% che potrà ottenere. La Lega resterà confinata nelle sue riserve indiane. Il Centro-Sinistra si riposiziona: sembra che abbia capito di non poter sfondare, e si prepara ad un accordo con Casini e lUdc. Se il Pd non punta più a vincere le elezioni, a governare da solo questo Paese, ecco che si apre lo spazio per lapprovazione di una legge elettorale a tavolino fatta per salvare quello che resta della partitocrazia. La trattativa sul cosiddetto Lodo DAlimonte non sarebbe mai neppure cominciata se non si temesse, oggi, che il MoVimento 5 Stelle è divenuto la prima forza politica in Italia e che rischia, pertanto, di conseguire il premio previsto dal Porcellum (con la legge elettorale attuale, infatti, la lista o la coalizione che consegue la maggioranza relativa dei voti si vede attribuiti 340 seggi alla Camera). Lo sbarramento del premio di maggioranza al 40% (ed a fortiori al 42,5%) bloccherebbe il MoVimento 5 Stelle, costringendo di fatto le forze politiche che puntino ad ottenere il premio a formare coalizioni. Lo ha perfettamente spiegato Casini: “Saremo spazzati via […]. Se lasciamo la legge così nulla di più facile che chi ha il 30% nelle urne prenda il 55% dei seggi“. Dopo la truffa dellEuro, ecco la truffa del sistema elettorale. Di truffe elettorali abbiamo illustri precedenti nella nostra storia politica: dalla legge Acerbo del 1923 alla legge del 1953, con il suo premio di maggioranza del 65%. Oggi, però, per la prima volta il meccanismo del premio di maggioranza viene utilizzato in funzione negativa, per impedire al popolo italiano di esprimere con il suo voto il disgusto per lintero sistema politico. Lidea è quella di addomesticare le elezioni, predeterminandone, di fatto, il risultato: un governo che – guidato o meno da Monti – continui nellopera di massacro già cominciata.” Paolo Becchi
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