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Cosa accomuna Terzigno a Venhaus a Vicenza a Messina a Cagliari? La difesa del territorio, delle proprie radici.
Le persone capiscono che il luogo in cui vivono sarà distrutto per sempre, avvelenato, militarizzato, l’economia devastata e reagiscono. Non hanno scelta. La città, la campagna, i monti dove hanno vissuto i padri e dove vivranno in futuro i figli e nipoti sono il loro unico vero patrimonio, spesso la ragione di vita. Le cento Italie, ognuna con una storia di millenni, tutte diverse tra loro, possono convivere in questo baraccone unitario se non ne viene messa in discussione l’identità o la stessa sopravvivenza. Quando saranno resi noti i siti delle centrali nucleari ci sarà la rivoluzione civile, non sarà sufficiente l’esercito per costruirle.
La difesa del territorio di fronte a opere insensate come la TAV in Val di Susa e il Ponte di Messina fa riemergere dal passato il senso di comunità, legami sociali e produttivi di secoli e provoca una separazione improvvisa, netta, tra i cittadini e lo Stato che reagisce con la forza, con la violenza dei celerini, dei fumogeni ad altezza d’uomo, con i manganelli sulle donne italiane con le braccia alzate. Le conseguenze sono una frattura sempre più grande che consegna il Paese, o quello che ne rimane, che è molto poco, ai separatismi e alle mafie.
Le forze dell’Ordine hanno il dovere di far rispettare la legge. Ma il cittadino accetta questo principio solo se le leggi sono considerate giuste dal comune sentire, dalla coscienza popolare, se non sono scritte per proteggere interessi personali, di gruppi economici o criminali. Se le leggi sono il parto di persone inquisite, condannate, giudicate in primo e secondo grado, le leggi non hanno alcuna credibilità. Un popolo che non rispetta la legge, anche se questa è ingiusta, è un popolo di fuorilegge? E chi usa violenza sui cittadini per far rispettare leggi ingiuste “svolgendo un ruolo di supplenza” al posto della politica è realmente legittimato a farlo? E in nome di cosa? Del mantenimento dell’ordine costituito?
L’Italia si sta frammentando in isole separate, di autodifesa, di legittima difesa. Cittadini con l’elmetto contro uno Stato cialtrone e incapace. Una disgregazione dalla quale può nascere di tutto. Un nuovo fascismo conclamato o la nascita di Stati su base storico e territoriale come la Repubblica di Venezia, il Granducato di Toscana o la Sardegna indipendente. C’è un senso di sfinimento che accompagna la celebrazione dei 150 anni dell’Unità d’Italia. Molti si chiedono chi ce lo ha fatto fare.