Addio roaming? Macché… esce dalla porta e rientra dalla finestra, forse addirittura più forte di prima. Il Parlamento europeo ha votato la proposta legislativa del Consiglio europeo sulle comunicazioni elettroniche nel mercato unico digitale, un provvedimento truffa per tutti i consumatori. Il roaming non sparisce dal 2017 così come solennemente promesso, ma cambia semplicemente nome e destinatari. Adesso lo paga solo chi usa il proprio telefono all’estero, nel 2017 lo pagheranno tutti, anche la casalinga di Voghera che non ha mai preso l’aereo. Com’è possibile? Ecco i 3 trucchi ideati dalle grandi compagnie telefoniche e supinamente recepiti in questo nuovo regolamento dalle Istituzioni europee.
TRUFFA 1. Roaming indiretto per tutti.
A partire dal 2017 il mercato europeo delle comunicazioni digitali cambierà volto. Ogni compagnia telefonica nazionale pagherà agli altri operatori (B2B) per il roaming dei propri clienti in altri Paesi dell’Unione. Facciamo un esempio: la signora Maria va a Londra per il fine settimana e il suo cellulare una volta atterrata si collega alla rete telefonica della compagnia inglese X. Finito il fine settimana X chiede alla sua compagnia telefonica italiana Y il “conto” del traffico dati utilizzato da Maria durante il suo viaggio. Questo canone B2B che X deve a Y verrà spalmato da X su tutti i propri clienti includendolo nei diversi piani tariffari di tutti i suoi clienti. Il roaming cambia nome e natura ma non sparisce: le grandi compagnie di telecomunicazioni scaricano i mancati profitti del vecchio roaming su tutti i cittadini, anche su quelli che non viaggiano mai. Questa è una socializzazione opaca di tutti i costi di roaming, altro che mercato libero!
VIDEO La finta abolizione del roaming
TRUFFA 2. Ecco quando il roaming ritorna
Per evitare la fuga verso gli operatori dell’Europa dell’est che hanno piani tariffari molto convenienti, le compagnie potranno fissare un tetto massimo di giorni di utilizzo del cellulare all’estero, oltre al quale il roaming tornerà magicamente a pagamento. Si chiama “profilo di utente medio” e stabilisce la media, secondi gli studi delle stesse compagnie, dei giorni trascorsi all’estero dagli italiani che hanno un cellulare. Sopra questa media l’addebito specifico di roaming al cliente ritornerà, con un supplemento al minuto approvato dalle Authority delle telecomunicazioni. Facciamo un esempio: se gli operatori italiani decideranno che il “profilo di utente medio” è di 20 giorni all’anno trascorsi all’estero, a chi ne trascorre 25 l’addebito per roaming riapparirà a partire dal ventunesimo giorno. E’ una fregatura per tutti gli studenti Erasmus o quelli che si recano spesso all’estero per lavoro.
TRUFFA 3. Le deroghe per le compagnie che sbagliano i conti
Poiché il nuovo mercato delle telecomunicazioni presenterà delle incognite (vedi Truffa 1 – l’operatore farà una stima di quanto roaming B2B dovrà pagare per spalmarlo nei suoi piani tariffari), gli operatori sono riusciti a fare inserire nella legislazione una deroga: se le loro perdite diventano insostenibili (cioè se alla fine dell’anno i suoi clienti hanno viaggiato più del previsto e i costi di roaming per gli altri operatori crescono più del previsto) d’accordo con le Authority nazionali, potranno essere ritoccati i piani tariffari dei clienti retroattivamente, chiedendo un secondo sovraccarico specifico di roaming al proprio cliente. Facciamo un esempio: Maria vive a Sanremo ma ogni tanto si sposta a Cannes. Sottoscrive un piano tariffario con X e si adatta al “profilo di utente medio“, cioè non viaggia più del tetto stabilito. Maria pensa di non pagare il roaming in Francia ma la compagnia telefonica X ha fatto male i conti. X potrà chiedere a Maria un canone aggiuntivo rispetto a quanto pattuito nel suo piano tariffario. Con questa norma si perde definitivamente la trasparenza del mercato delle telecomunicazioni a tutto vantaggio della discrezionalità dell’operatore e dei suoi profitti.
LA RETE NON SARA’ PIU’ NEUTRALE
Il voto del Parlamento europeo sancisce inoltre la fine della cosiddetta net-neutrality. Una rete neutrale dovrebbe essere a disposizione di tutti, senza imporre restrizioni arbitrarie su alcuni traffici né dare dei privilegi ad altri. Finisce il sogno di un Internet concepito come straordinario spazio pubblico globale, bene comune immateriale, motore straordinario di innovazione, conoscenza, uguaglianza e opportunità. Nasce l’era dell’open access, il modello voluto da questa Europa, che trasforma la rete in una autostrada con più corsie a pagamento differenziato.
Solo i grandi Big della rete (es. Facebook, Google, Amazon) potranno accedere alla corsia veloce per garantire prestazioni ottimali ai servizi che offrono, lasciando pagine lente, documenti da scaricare che non si scaricano, pessima qualità di rete ai concorrenti minori. La scuola che vuole inserire alcuni testi scolastici per gli studenti nel suo sito internet o la fattoria che vuole vendere i propri prodotti all’estero avranno una larghezza di banda inferiore e dunque perderanno clienti e opportunità. Si aprono, inoltre, delle vere possibilità di censura: il Parlamento ha rifiutato di trattare in modo uguale i servizi funzionali equivalenti. Facciamo un esempio: il gestore della rete potrà decidere, senza dare spiegazioni, se un giornale/sito/blog gli sta simpatico e metterlo così nella corsia veloce; se gli sta antipatico può invece essere degradato nella corsia più lenta. Questa è la negazione della libertà di espressione.
Questa Europa sta producendo nuove iniquità, nuove diseguaglianze, nuove corsie privilegiate anche nel mondo virtuale.” M5S Europa