L’offensiva è partita con il “vaffa-day” grillista dell’8 luglio, che ha preso a pretesto (giusto) le leggi-canaglia del premier per sviluppare una forsennata (e insensata) batteria di “fuoco amico”: contro il Pd, contro Veltroni, e soprattutto contro il Quirinale. Infine, in un crescendo di qualunquismo e di pressappochismo, è Beppe Grillo a tornare sul “luogo del delitto”. E stavolta non con la critica politica, ma con l’insulto personale. “Napolitano è in salute?”, si chiede il nuovo Torquemada della mediocrazia italiana sul suo blog. Si fa la domanda, e si dà la risposta. “La salute può essere l’unica giustificazione del suo comportamento. Vorrei essere rassicurato se è in grado di esercitare ancora il suo incarico e per quanto tempo. Se possibile disporre della sua cartella sanitaria…£. Sono parole che si commentano da sole. E non meriterebbero neanche una replica. Dopo la manifestazione dell´8 luglio avevamo parlato di “subcultura“, suscitando su Internet la reazione sdegnata dei grillisti. Di fronte alla nuova invettiva del Grande Imbonitore, non sapremmo trovare una definizione migliore. L’ultimo insulto, prima pagina,sabato 26 luglio. Massimo Giannini, vice direttore, email: [email protected].
Si possono criticare i comportamenti e le decisioni di un presidente della Repubblica? Certo che si può, in Italia come in qualunque paese democratico del mondo. A me è capitato più volte di farlo, con Gronchi, con Segni, con Saragat, con Leone. Anche con Pertini, del quale sono stato amico ed estimatore. Perciò non vedo nulla di sconveniente nelle critiche che alcuni uomini politici e alcuni opinionisti hanno mosso al presidente Napolitano in occasione della promulgazione della legge Alfano sull’immunità delle quattro cariche istituzionali. Gli insulti e le offese di Grillo sono un’altra cosa, per quelli c’è il reato di vilipendio che spetta alla magistratura di perseguire. La calma del Quirinale baluardo di libertà, prima pagina, domenica 27 luglio 2008. Eugenio Scalfari, fondatore.
Due editoriali consecutivi di Repubblica sabato e domenica scorsi. Dedicati al mio post: Steve Jobs e Giorgio Napolitano. Entrambi in prima pagina. Scritti dalle penne dei Grandi Intellettuali della Sinistra Scalfari e Giannini. Troppa grazia. Giannini mi accusa di essere il Torquemada della mediocrazia. Dimenticandosi che la mediocrazia è in mano al suo editore Carlo De Benedetti e a Silvio Berlusconi. Per Giannini il blog e i grillini sono subcultura. Il razzismo intellettuale dei pensatori della sinistra prima o dopo viene sempre a galla. Come gli stronzi. Scalfari mi vorrebbe in galera per il reato di vilipendio. La Repubblica mi accusa di qualunquismo, pressappochismo, di insulti personali al Presidente della Repubblica, di offese.
Su Napolitano ho detto tre cose, che ripeto per la coppia Giannini-Scalfari:
– Pertini non avrebbe firmato il lodo Alfano
– Napolitano avrebbe dovuto recarsi a Chiaiano per il suo compleanno, invece di intrattenersi con due inquisiti (la moglie di Mastella e Bassolino) a Capri
– ho dei dubbi sulle sue condizioni di salute come può essere naturale per una persona di 83 anni.
Se conosci qualcuno che legge ancora la Repubblica (finanziata dallo Stato) digli di SMETTERE.