La sostenibile leggerezza dell’inutile. Il superfluo è importante per non pensare al necessario, per continuare a vivere.
“Mi guardo intorno. Guardo i carrelli nei supermercati. Ciò che traspare dalle sporte (rigorosamente in plastica usa e getta). Sì, i carrelli sono appena più vuoti. Sì, i vestiti sono meno nuovi. Sì, gli sguardi sono bassi e ammosciati. Ma finché in quei carrelli, in quelle sporte, continuerò a vedere lo yogurt che fa cagare, lo snack che fa dimagrire, il detersivo più bianco del bianco, l’additivo dell’additivo, lo straccetto della polvere specifico per angolini morti, i dessert cioccolatosi al cento per cento grassi e zucchero…insomma tutte le porcherie inutili rese indispensabili dal consumismo e dal martellamento tv, allora non potrò fare a meno di continuare a pensare che siamo ancora lontani. Ce ne mancano ancora, di soprusi, di povertà, di disoccupazione, prima che ci svegliamo dal torpore e pensiamo seriamente a ribellarci.” milena d., savona
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