di Gianni Girotto – Uno dei tanti “falsi miti” è quello relativo ai Lemming (in Italiano Lemmini), quei piccoli animaletti roditori artici che ancora tanti credono che, ogni tanto, si suicidino in massa buttandosi in mare. Ma basta approfondire un attimo e si scopre che è una credenza comune assolutamente falsa, ma come spesso accade, gli uomini seguono quasi ciecamente le notizie che arrivano dal cosiddetto “mainstream”, che di fatto è un oligopolio in cui ben poco è lasciato al caso, e viceversa la maggior parte delle notizie è gestita con scopi ben precisi.
Ecco allora che la stragrande maggioranza degli uomini ignora di essere incanalata da tempo su un suicido (economico) di massa, e non mi riferisco al ormai notissimo fenomeno della “Catastrofe climatica” in corso, ma a quello molto più “terra-terra” della gestione del proprio denaro, meglio ancora dei propri risparmi.
Vediamo i fatti: pochi giornali/TV/Radio riescono a convincere decine, centinaia di milioni di persone ad affidare i propri (spesso) sudatissimi risparmi/guadagni a pochissime aziende private, in particolare i Fondi di Investimento. Queste sono, di fatto, un ristretto oligopolio, con fortissima matrice USA, e usano tale denaro per acquistare aziende private e pubbliche e deciderne le politiche. E questo politiche sono chiaramente indirizzate alla privatizzazione dei servizi pubblici, cioè lo smantellamento dello Stato Sociale, che invece è cosa voluta e desiderata dalla stragrande maggioranza di quelle persone che hanno versato propri ai suddetti Fondi di Investimento (direttamente o spesso indirettamente, tramite la propria banca) i propri risparmi.
Alcuni numeri (numeri, non opinioni) significativi. I primi dieci Fondi di Investimento del pianeta hanno registrato, nel 2022, attivi per $44.000 miliardi di dollari. E due soli di essi, Blackrock e Vanguard ne gestiscono quasi la metà. In pratica due soli Fondi gestiscono un valore pari a un quinto dell’intero PIL mondiale. Gli stessi 10 Fondi detengono ormai circa il 30% secondo alcuni studi il 40% delle prime 500 società mondiali. Sei di tali società hanno realizzato nel 2023 ricavi per 408 miliardi di dollari e 88 miliardi di profitti. Si tratta di Amazon, Alphabet Apple, Microsoft, Meta e Netflix che già nel 2022 avevano realizzato profitti per 61 miliardi di dollari.
Cosa hanno in comune queste sei società? Due cose. La prima, come già accennato, che hanno gli stessi azionisti di riferimento: i Fondi di Investimento Vanguard, Black Rock e State Street. La seconda che hanno licenziato quasi 250 mila dipendenti nel 2023, dopo averne licenziati 160 mila nel 2022.
È evidente che in questo monopolio finanziario i super profitti generano disoccupazione. Un mondo alla rovescia che risulta ancora più inaccettabile se si considera quanto pagano di imposte queste sei società e i loro “padroni”. Secondo le stime più recenti, circa 1/3 dell’utile lordo di tali realtà è tassato in paesi a fiscalità “agevolata”. Un fenomeno questo comune alle principali società Usa che pagano le tasse in Delaware, uno Stato trasformato in paradiso fiscale (ma lo fanno anche le società cinesi, che le pagano nelle Isole Cayman). In Italia poi non versano quasi niente. Le filiali italiane delle principali “big tech” mondiali hanno pagato infatti al nostro fisco 187 milioni di euro, a fronte di fatturati per quasi 8,5 miliardi di euro. Alcune piattaforme, poi, come nel caso di Booking, non hanno versato neppure un euro.
Ma non solo, sempre con i soldi che vengono consegnati loro da ignari (o ignavi?) cittadini e imprese, questi Fondi di Investimento decidono quali debiti pubblici statali finanziare, cioè quali Titoli di Stato comprare. E indovinate un po’ quali sono i titoli di Stato che acquistano maggiormente? Ma quelli degli Stati Uniti naturalmente, che ne hanno un enorme bisogno, visto che hanno un debito federale che cresce 1000 miliardi ogni 60 giorni e ha superato i 35.000 miliardi.
Quindi ricapitoliamo. Con letteralmente i soldi di cittadini di tutto il mondo, molti dei quali Europei e molti dei quali Italiani, un pugno di aziende private si è già comprato mezzo mondo, tra cui anche quello pubblico, sta impostando una politica di smantellamento sociale e sta sostenendo il debito pubblico di uno Stato fortemente neo-colonialista come gli USA, costringendo gli Stati come l’Italia a offrire rendimenti più alti sui propri titoli (e quindi di fatto aumentando l’indebitamento, o comunque il rischio). In più non pagano le tasse, e quindi la loro quota dobbiamo pagarla noi. (fonte)
I Lemming ci guardano, e non capiscono perchè noi, non loro, ci stiamo suicidando.
P.S.: la soluzione esiste, eccome, l’Unione Europea la chiama “finanza sostenibile”, altri la chiamano “finanza etica”.
L’AUTORE
Gianni Girotto, Trevisano di nascita e romano di adozione dal 2013, quando è stato eletto al Senato della Repubblica con il Movimento 5 Stelle, per poi diventare nel giugno 2018 Presidente della 10a Commissione Industria, Commercio, Turismo. Iscritto a numerose associazioni attive nel settore etico-solidale, ambientale e nel volontariato, dal 2003 è vegano per coerenza e dal 2011, sempre per coerenza, non utilizza più energia elettrica proveniente da carbone/petrolio/nucleare, preferendo cooperative ad azionariato popolare per la fornitura di energia elettrica proveniente esclusivamente da fonti rinnovabili. Come Presidente della 10a Commissione Senato durante la XVIII Legislatura ha portando avanti numerose attività e iniziative su rinnovabili ed efficienza energetica, Autoconsumo e Comunità energetiche, mobilità sostenibile. Ora è Coordinatore del Comitato nazionale Transizione ecologica e digitale del Movimento 5 Stelle.