“Il governo salva la banca del papà della Boschi (Banca Etruria, ndr), lo ha fatto di domenica, sperando che nessuno se ne accorgesse, che pochi ne parlassero.
Il governo ha approvato il cosiddetto decreto “salva-banche“: 3,6 miliardi di euro messi a disposizione da Intesa Sanpaolo, UniCredit e Ubi, per salvare quattro istituti del centro Italia, Banca delle Marche, Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio (quella del papà del ministro Boschi), Cassa di Risparmio della Provincia di Chieti e Cassa di Risparmio di Ferrara.
Il governo ha gestito nel modo peggiore la situazione, lasciando ai dirigenti dei quattro istituti piena libertà di utilizzare le risorse e il risparmio dei cittadini in modo scriteriato, favorendo i soliti amici degli amici, per poi decidere di scaricare tutto sugli azionisti e in parte pure sui contribuenti.
E non è vero che, in questa operazione, non ci sono costi per lo Stato. La Commissaria europea per la Concorrenza Vestager ha citato l’utilizzo di fondi pubblici, seppur ridotti ‘al minimo‘. Mentre Intesa San Paolo racconta dell’impegno finanziario di Cassa depositi e prestiti in caso di incapienza del Fondo alla scadenza del finanziamento.
VIDEO Le balle della Boschi a Ballarò
Eppure il M5S la soluzione lavrebbe: se dobbiamo comunque pagare noi, tanto vale nazionalizzare, separando attività speculative e commerciali. In questo modo si costringerebbero le banche a servire l’economia reale, famiglie e imprese: cioè, per una volta, a servire i cittadini italiani.” Mattia Fantinati, M5S Camera