Obama ha proposto una tassa di un centesimo di dollaro a barile per la sicurezza. Per disporre di fondi sufficienti a contrastare disastri come la marea nera che continua a eruttare come un vulcano sotterraneo nel Golfo del Messico. Il totale è di 118 milioni di dollari all’anno, una mancetta per le società petrolifere di fronte ai disastri ambientali. Obama vuole contrastare il petrolio con il denaro, ma i danni prodotti dall’esplosione della piattaforma BP sono inestimabili. E allora a cosa serve una tassa invece di intervenire alla radice vietando ogni pozzo petrolifero a rischio? A dare lavoro a chi interverrà a limitare i danni (nel caso migliore)? L’energia è necessaria, ma la Terra è indispensabile. La Terra non ha prezzo. Per tutto il resto c’è l’autodistruzione.
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