Lo abbiamo da sempre ripetuto, la moneta del futuro sono i Big Data. Ecco perchè, più volte, affrontando il tema del Reddito Universale abbiamo presentato piattaforme e app che dai dati possono generare entrate per i consumatori. Ora, anche Forbes affronta la questione, in questo articolo di Gregory Pellitteri sul “Reddito Universale del settore privato”. Buona lettura.
L’idea di un “Reddito di base universale” si è spostata dai margini del pensiero economico al dibattito mainstream, in gran parte guidata dalle crescenti preoccupazioni sulla disuguaglianza economica e sulla sicurezza del lavoro in un mondo in rapida digitalizzazione. Una svolta unica in questo discorso è l’idea di un Reddito Universale finanziato dal settore privato, che non fa quindi affidamento su un eventuale tassazione.
L’idea si basa sulla realtà economica secondo cui ogni individuo crea un certo livello di valore per gli altri (sia aziende che persone). Il problema è che prima era praticamente impossibile “tracciare” il valore che tutti noi creiamo. Questo non è più vero. La fiorente economia digitale offre un modo per generare nuovi flussi di reddito per gli individui dai loro comportamenti quotidiani che generano dati e contenuti. Dal mio punto di vista, questo approccio non solo promuove la sicurezza economica dei singoli individui, ma presenta anche notevoli vantaggi per le imprese.
Il Reddito di base universale dal settore privato potrebbe sembrare un percorso rivoluzionario verso l’uguaglianza economica e l’empowerment, ma credo che ogni individuo apporti intrinsecamente valore alla società, e questo valore dovrebbe essere riconosciuto e compensato. Consideriamo un futuro in cui imprese e consumatori condividano una relazione simbiotica, garantendo crescita e prosperità reciproche.
Centrale, in questo modello, è il riconoscimento dell’immenso valore dell’economia dei dati. Nella nostra era digitale, ogni interazione online genera una ricchezza di dati. Nella maggior parte dei casi, questi dati vengono sfruttati e monetizzati da aziende e organizzazioni, e gli individui che li hanno generati non hanno alcun ritorno economico.
Questa raccolta di dati non riguarda solo lo shopping online; include transazioni commerciali, compilazione di moduli o qualsiasi altro tipo di comportamento che potrebbe condividere dati personali con un’azienda. Ciò crea un paradigma in cui coloro che creano veramente questo bene prezioso lo regalano inconsapevolmente, mentre coloro che lo acquisiscono (le aziende) lo usano per creare profitto.
Coloro che immaginavano un mondo in cui la nostra attività su Internet fosse basata su Web3, token non fungibili e Blockchain hanno visto come l’attuale paradigma potrebbe cambiare con l’avvento di nuove piattaforme che riportano saldamente il controllo dei dati nelle mani dei consumatori. Offrendo ai consumatori la possibilità di gestire e monetizzare i propri dati, queste piattaforme aiutano a stabilire un percorso verso un flusso di reddito passivo e costante.
Questo approccio non si limita a fornire ai consumatori una nuova fonte di reddito, ma rafforza anche il loro ruolo nell’economia dei dati, che può contribuire a promuovere trasparenza, fiducia ed equo compenso per la condivisione dei dati.
Il Reddito Universale dal settore privato non deve essere visto solo attraverso la lente della filantropia. Le imprese devono svolgere un ruolo attivo, riconoscendo quando i dati sono un costo di ricerca e sviluppo o di sviluppo del prodotto. Quando i dati di un consumatore vengono utilizzati per costruire un prodotto, per indirizzare un acquisto pubblicitario o per creare un nuovo modello linguistico di importanti dimensioni, credo che il consumatore debba essere compensato nello stesso modo in cui l’azienda paga i programmi di statistica, i programmi di analisi e i dipendenti per svolgere lo stesso lavoro.
Molte aziende interagiscono con i consumatori utilizzando dispositivi e piattaforme digitali di proprietà dei consumatori stessi. Alla luce di questa dinamica, le imprese potrebbero fornire micro-compensi ai consumatori per il loro impegno digitale. Questi piccoli contributi possono creare un senso di buona volontà tra imprese e consumatori. Inoltre, possono accumularsi nel tempo per fornire un flusso di reddito significativo ai consumatori, funzionando appunto come una forma di Reddito Universale del settore privato.
La tecnologia Blockchain apporta un’altra dimensione innovativa a questo modello attraverso la tokenizzazione del lavoro. In questo sistema, gli individui vengono ricompensati con gettoni per il loro lavoro, che possono poi essere scambiati con beni, servizi o valuta fiat.
Questo approccio si allinea bene con la gig economy, dove le strutture occupazionali convenzionali sono spesso assenti e i lavoratori potrebbero affrontare periodi di incertezza economica. Il modello di tokenizzazione fornisce una fonte di reddito alternativa che premia il lavoro in modo equo e tempestivo, aggiungendo così un livello di sicurezza economica agli individui.
Un approccio più radicale per il Reddito Universale del settore privato potrebbe comportare la concessione ai consumatori della proprietà azionaria delle aziende in cambio del loro patrocinio o della condivisione dei dati. Questo modello unico consente ai consumatori di partecipare al successo di un’azienda, ottenendo ricompense finanziarie sotto forma di dividendi o aumento del valore del capitale. Questo approccio non solo fornisce un flusso di reddito aggiuntivo per i consumatori, ma favorisce anche un senso di successo condiviso tra le aziende e la loro base di clienti.
Il concetto di Reddito Universale nel settore privato è innovativo e mira a monetizzare la generazione di valore individuale. Tuttavia, si pongono diverse sfide. La prima è il problema di tracciare e quantificare con precisione i contributi individuali nel regno digitale. Come possiamo assegnare equamente il valore a diverse forme di dati e di impegno?
Anche la privacy e la sicurezza dei dati sono un problema di primaria importanza. L’aumento della capitalizzazione dei dati comporta un rischio maggiore di violazioni e di raccolta intrusiva di dati, che potrebbero erodere la fiducia nelle piattaforme. Inoltre, rimane la sfida di garantire trasparenza e responsabilità aziendale. È possibile che le aziende offrano compensi iniqui o che il mercato diventi troppo saturo, diluendo le entrate individuali. Il percorso è costellato di sfide che richiedono soluzioni tecnologiche, etiche e strategiche.
Mentre il panorama dell’economia digitale continua ad evolversi, il Reddito Universale del settore privato potrebbe diventare una componente fondamentale e offrire un nuovo approccio alla sicurezza economica, che favorisca il successo delle imprese e dia potere ai consumatori. Si tratta di qualcosa di più di una rivoluzione nella generazione di reddito: è una testimonianza del potere di trasformazione dell’innovazione nell’era digitale.