Henderson Island è un’isola minuscola e disabitata nel mezzo dell’Oceano Pacifico, a 3.000 miglia dai maggiori centri abitati. Sebbene sia grande la metà di Manhattan, più di 19 tonnellate di spazzatura disseminano le sue spiagge bianche e sabbiose.
I ricercatori stimano che abbia la più alta concentrazione di detriti di qualsiasi luogo nel mondo, per un totale di oltre 37 milioni di pezzi sulla totalità della piccola isola. Per ogni metro quadrato dell’isola, in media ci sono 672 pezzi di spazzatura. Per ogni pezzo visibile di detriti sulla spiaggia nel video qui sopra, due pezzi sono sepolti nella sabbia.
La trasformazione dell’isola in una discarica è ancora più scoraggiante se si pensa che Henderson si trova all’interno di una delle riserve marine più grandi del mondo ed è anche un sito inserito nel Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, che sul suo sito la descrive come “una gemma… uno dei migliori esempi di atollo corallino rimasti al mondo, non contaminati dalla presenza dell’uomo”.
Sulle spiagge di sabbia bianca di Henderson si possono trovare oggetti provenienti da Russia, Stati Uniti, America del Sud, Giappone e Cina: tutta spazzatura, soprattutto di plastica.
Questi rifiuti hanno cavalcato le onde degli oceani finché sono stati catturati dal Vortice subtropicale del Sud Pacifico del Sud Pacifico, una corrente circolare che come un nastro trasportatore li ha raccolti e depositati sulle rive della minuscola isola al ritmo di circa 3.500 pezzi al giorno.
La Dott.ssa Jennifer Lavers, esperta in materia di inquinamento plastico dall’università della Tasmania afferma: “Henderson mostra che non c’è via di scampo da inquinamento plastico nemmeno nelle parti più lontane dei nostri oceani. Quasi tutte le isole del mondo e quasi tutte le specie nell’oceano sono colpite in un modo o nell’altro dai nostri rifiuti.”
Il World Economic Forum stima che se continuiamo a produrre (e a non smaltire correttamente) la plastica ai tassi odierni, la plastica nell’oceano supererà il numero di pesci nel 2050. Secondo il rapporto, l’uso della plastica a livello mondiale è aumentato di 20 volte negli ultimi 50 anni e si prevede che raddoppierà nei prossimi 20 anni. Entro il 2050, produrremo plastica fino a 5 volte di più, smaltendola sempre ai tassi odierni.
La situazione è chiaramente insostenibile. Ad oggi non esiste uccello marino al mondo che non si sia cibato di plastica al meno una volta nella vita. E’ una spaventosa riorganizzazione della natura quella che stiamo meticolosamente attuando. Ed è tutto contro di noi.
E’ questo il mondo che vogliamo lasciare ai nostri figli?