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I soldi dello Stato sono finiti e le rimesse alle amministrazioni locali non arrivano più. Per sopravvivere, presidenti di regione e sindaci ipotecano i beni dei loro amministrati. Ugo Cappellacci, figlio del commercialista dello psiconano, presidente della Regione Sardegna da febbraio 2009, è partito subito bene.
Con la delibera n. 24/24 del 19 maggio 2009, la Giunta Regionale Sarda ha approvato il rinnovo, l’ampliamento e il rilascio di nuove concessioni demaniali dei litorali sardi, in favore di strutture ricettive private. In sostanza ha venduto il territorio dei sardi che per i prossimi sei anni dovranno pagare anche per fare il bagno nella loro terra.
In Europa le spiagge sono quasi sempre libere e attrezzate. In Francia ci sono decine di chilometri di spiagge libere, toilette pubbliche custodite e docce gratuite, vigilanza di Polizia e Vigili del Fuoco, bike sharing per limitare il traffico. Cose che noi italiani non possiamo neppure immaginare…
Testo:
“Ho visto cose che voi umani, italiani, sardi non potreste neanche immaginare. Ho visto immense spiagge pulite, perfette e gratuite. Con servizi doccia completamente gratis per i bagnanti. Ho visto sfavillare i torrioni con sopra dei bagnini enormi con la focaccia che controllavano lincolumità dei cittadini. Ho visto cose che nemmeno riuscite a pensare. E tutte queste cose svaniranno, come lacrime nella pioggia. Tutte queste cose sono finite. È il tempo della grande speculazione.
Ormai sono spiagge piene di roba. Piene di sdraio, piene di ombrelloni, piene di bambini. Piene di venditori, marocchini, senegalesi. Piene di chiunque. Anche i proprietari delle boutique prendono la roba, chiudono il negozio e vanno a vendere. È tutta unorgia! Paghi un posteggio due euro lora, paghi qualsiasi cosa. Per farti un cazzo di bagno nellacqua devi farti chilometri a piedi nei rovi, attraversare autostrade. Arrivi lì, ti stendi il tuo asciugamanino e non cè neanche più un metro quadro dove non si paga niente. È cambiato tutto con un legge. Qui in Sardegna avete un paradiso terrestre e ve lo fate scippare sotto i vostri occhi dalla legge Cappellacci. La legge Cappellacci, Dio mio! Solo in dieci giorni che si è instaurata la giunta ha fatto un casino pazzesco. Cappellacci, cosa pretendete che faccia Cappellacci? Fa delle cappelle! Ha fatto questa delibera che ha dato 40.000 ettari di spiagge pubbliche ai privati in concessione per sei anni, non quindici giorni. Fai quindici giorni, così vedi come si comportano. Sei anni! Figuratevi le spiagge, il territorio. Qualsiasi cosa. Cosa succederà qui? È finito il tempo della libertà. Le spiagge libere, da quando si chiamano libere le spiagge non sono più libere. Perché aggiungere un aggettivo alla spiaggia libera? La spiaggia è spiaggia, non è libera. È che ci abbiamo aggiunto libera per giustificare il fatto che non sono più libere. Perché noi siamo un Paese semi-libero. Come le nostre spiagge.
Buon 168 per tutti!”