In Grecia hanno prima dichiarato lo stato di crisi e poi hanno fatto i tagli. In Italia si nega lo stato di crisi e si taglia comunque. L’italiano è come un carciofo, se gli togli una foglia alla volta è quasi contento. Si sente persino più leggero. Il taglio delle pensioni di invalidità, il congelamento degli stipendi statali, i pedaggi ai raccordi autostradali, l’aumento dell’età pensionabile sono l’ultima spiaggia. La Grecia si vende le isole? Noi la superiamo, mettiamo all’asta 11.009 beni con il federalismo demaniale, dal teatro Sacher al monte Cristallo. Se la crisi non viene annunciata non c’è. Quando si congeleranno i titoli di Stato diranno che è una misura temporanea. Se faranno un prelievo dai conti correnti ci spiegheranno che è per il rilancio del Paese. La parola crisi è tabù. Moriremo forse di fame, ma in buona salute. Tremorti ci spezza, ma non si piega.
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