Prima il rinvio del voto, poi gli incontri serrati con i gruppi politici ed infine un documento “ultim’ora” e “cartastraccia” della Commissione Europea: con questa strategia la potente lobby dei costruttori di auto europei è riuscita a capovolgere il voto della Commissione Ambiente con cui in dicembre si era posto il veto al documento che consentiva di raddoppiare i limiti di emissione delle autovetture fino al 2020. All’indomani dello scandalo VW, la Commissione aveva avanzato una proposta al comitato tecnico sui metodi di misurazione ed i limiti di emissione delle autovetture (CTVM). Il fine era quello di rivedere le procedure di omologazione ed il controllo delle emissioni in condizioni reali mediante rilevatori portatili, a partire dal 2017. Dagli inizi del 2000, infatti, diverse ricerche avevano mostrato che, quando le misurazioni delle emissioni venivano fatte su strada e non in laboratorio, la maggior parte delle vetture diesel in circolazione emettevano molti più ossidi di azoto di quanto previsto.
I LIMITI FASULLI
Il timore, o forse la certezza, che usando strumenti di rilevamento portatili tutti o quasi i veicoli potessero risultare fuori norma, ha spinto gli Stati membri ad introdurre un fattore moltiplicativo (chiamato fattore di conformità o “CF“). Quest’ultimo viene applicato ai limiti di emissione stabiliti, per renderli comparabili con quelli misurati al tubo di scarico. Nonostante la Commissione Europea avesse proposto un fattore temporaneo di 1,6 ed uno successivo di 1,2 per tenere conto delle incertezze tecniche, la lobby del settore automobilistico è riuscita a far votare un immotivato “CF” di 2,1 fino al 2020 e di 1,5 per gli anni successivi. Morale della favola: le vetture potranno inquinare oltre il doppio di ciò che è consentito dai limiti.
LA STRATEGIA DEI SOTTOTRACCIA
Così, per gli ossidi di azoto (NOx) per i quali le vetture Euro6 devono rispettare un limite di 80 mg/km, fino al 2020 potranno emettere 168 mg/km e, successivamente, 120 mg/kg rimanendo in regola. Uno dei tanti ricatti messi in scena dalla lobby dell’auto nei confronti dei parlamentari europei riguardava l’occupazione. L’argomentazione è semplice: se voterete per il rigetto metterete in ginocchio le industrie e quindi milioni di posti di lavoro saranno a rischio
VIDEO La denuncia della portavoce M5S Eleonora Evi
LA TRUFFA DEI PRODUTTORI
Tuttavia, stanno mentendo. Vi spieghiamo perché: le vetture che si esportano negli USA riescono a rispettare limiti pari alla metà di quelli in vigore in UE. Gli stessi limiti che sono stati introdotti già nel 2007 proprio per lasciare il tempo alle aziende di conformarvisi. È evidente che le multinazionali hanno preferito attivarsi per raggirare le regole, piuttosto che investire in innovazione e tecnologie dedicate ad abbattere le emissioni inquinanti (che, aspetto non secondario, sono colpevoli di mezzo milioni di vittime premature ogni anno).
MANAGER ED EUROPARLAMENTARI CON LE PEZZE AL CULO
E se pensate che questi super manager siano i veri “dritti”, quelli che riescono a fare utili piegando le legislazioni, vi sbagliate di grosso. Provate a pensare cosa varrebbe oggi una casa automobilistica che vanta emissioni a norma e che rispetta l’ambiente. Le sue azioni in tutte le borse del mondo schizzerebbero alle stelle e le sue auto godrebbero di un vantaggio competitivo riconosciuto a livello internazionale. La Commissione Europea ha fatto gioco di squadra con gli Stati membri offrendo il giusto paracadute ai parlamentari intenzionati a tutelare gli interessi industriali. Senza però perdere la faccia di fronte ai propri elettori, pubblicando un documento imbarazzante (la carta straccia di cui sopra) con il quale s’impegna sostanzialmente a fare meglio in futuro, e grazie al quale oggi la maggioranza ha premiato chi inquina di più.
NOI NON MOLLIAMO: INIZIA LA BATTAGLIA
Il Movimento 5 Stelle in Europa, tramite la sua portavoce Eleonora Evi, ha già dichiarato guerra a questo scandaloso voto. Faremo ricorso in tutte le sedi istituzionali possibili, a partire da domani, quando presenteremo una lettera al Mediatore Europeo per denunciare gli illeciti della Commissione Europea. Ci appelleremo al diritto comunitario rivolgendoci alla Corte di Giustizia Europea e a tutta quella parte di Europa che ancora non si è fatta seppellire dagli interessi della grande industria e della finanza.
Ecco la lista di voto, nomi e cognomi di chi ha permesso questo abominio:
Lega Nord: Mara Bizzotto; Mario Borghezio; Gianluca Buonanno; Lorenzo Fontana; Matteo Salvini.
ECR: Raffaele Fitto; Remo Sernagiotto.
PPE (Forza Italia, NCD): Lorenzo Cesa; Salvatore Cicu; Alberto Cirio; Lara Comi; Elisabetta Gardini; Giovanni La Via; Fulvio Martusciello; Barbara Matera; Alessandra Mussolini; Aldo Patriciello; Salvatore Domenico Pogliese; Massimiliano Salini; Antonio Tajani.
Si sono astenuti:
S&D (Partito Democratico): Simona Bonafè; Caterina Chinnici; Silvia Costa; Luigi Morgano; Michela Giuffrida.
Fatevi sentire anche voi e chiedete a questi signori il perché delle loro azioni, perchè #CosìCiAmmazzate!