PG Battista è riuscito a superarsi in un lungo articolo sul Corriere della Sera dedicato al finanziamento pubblico dei partiti sui quali si scaglia con un vigore mai visto prima nei vent’anni in cui sono stati erogati. Battista ha il furore di un Savonarola: “Tutti sapevano che la sostituzione della parola “finanziamenti” con la parola “rimborsi” era solo un imbroglio lessicale, una furbata per accaparrarsi quelle imponenti risorse pubbliche che gli italiani avevano plebiscitariamente scelto di non voler destinare ai partiti.” Battista non ha riportato (non sapeva? non voleva? non poteva?) che l’unica forza politica che ha rinunciato ai “rimborsi” (per 42 milioni di euro) è stato il M5S. Anzi, per il Battista, il M5S è l’ultimo arrivato, ma anch’esso famelico, un soggetto che provoca ormai ribrezzo “il disgusto che lopinione pubblica prova nei confronti dei partiti “arraffoni” (compresi, come si è visto in Emilia Romagna, i nuovi arrivati (uno fuori dal M5S dal 2012, ndr), anchessi famelici, del Movimento 5 Stelle).”
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