di Samanta Di Persio – I primi ad aver utilizzato il voto online sono stati gli iscritti al Movimento 5 stelle. Hanno iniziato un percorso di scelta dei loro candidati attraverso questo sistema già per le politiche del 2013. Per anni soltanto loro hanno puntato su questo sistema innovativo e rivoluzionario. Inizialmente accolto con scetticismo: le novità spaventano e le tradizioni sono difficili da abbandonare.
Da marzo 2020 il Covid ha obbligato le persone di tutto il mondo a restare in casa e lo smart working, la didattica a distanza sono diventate un’esigenza. Nel nostro Paese sono emerse tutte le carenze nel campo della digitalizzazione. Poca dimestichezza con Internet, mancanza di connessione, mancanza di pc, però dal report “Digital 2000” risulta che il 94% degli italiani ha uno smartphone e le applicazioni più utilizzate sono quelle di messaggistica istantanea, intrattenimento e fruizioni video, shopping e gaming. Dal telefono si accede facilmente a internet, ci sono già sistemi di votazione o di accesso ai conti bancari con l’invio di password OTP (one time password).
Con l’introduzione dello Spid (identità digitale) si può accedere ai siti della pubblica amministrazione con un’identità certa e usufruire dei servizi per i quali prima bisognava recarsi di persona oppure inviare una raccomandata (ad esempio per i concorsi), dunque, lo stesso sistema può essere utilizzato per il voto elettronico che così può essere personale, eguale, libero e segreto, proprio come recita la Costituzione. Questo è quanto viene messo in pratica da alcune settimane da coloro che sono stati, e lo sono tuttora, in prima linea a causa della pandemia: la Federazione Nazionale dei Medici Chirurgi e odontoiatri (FNOMCeO) ha sperimentato il voto elettronico per il rinnovo delle cariche del proprio ordine. Come sappiamo la sanità in questo periodo è sotto stress, il personale è impegnato in tantissime attività: gestione emergenza Covid, terapie intensive, vaccini, tracciamento, oltre alle altre attività che già venivano svolte quotidianamente. Attraverso VotarePA, un software che consente lo svolgimento delle votazioni telematiche (su web) ed elettroniche (presso il seggio fisico) con crittografia omomorfa, la prima sperimentazione con Spid è iniziata dalla fine di febbraio.
I risultati del voto elettronico sono straordinari, per la FNOMCeO di Campobasso si è registrata la più elevata affluenza alle urne rispetto al passato: i votanti sono raddoppiati. Ciò è stato possibile proprio grazie al voto da remoto che permette la compatibilità con gli impegni lavorativi e non solo. Poter votare dal telefono significa dare la possibilità a chi non può muoversi o a chi si trova temporaneamente in un’altra città di poterlo fare. Più partecipazione e più democrazia, ma anche più risparmio, più ottimizzazione del tempo e forse anche meno inquinamento per gli spostamenti. Altri ordini professionali (giornalisti, chimici, biologici, geologici, veterinari) hanno approvato regolamenti per il voto elettronico o hanno già espletato votazioni on line con accesso su piattaforme con nome utente e password.
Nella pubblica amministrazione l’Università del Molise ha sperimentato il voto elettronico nel 2019, mentre nel 2020, complice sicuramente la pandemia, hanno votato per il rinnovo delle rappresentanze anche studentesche le Università di Cagliari, Milano, Pavia, la Sapienza, e tante altre, mentre nel prossimo mese di giugno l’e-voting toccherà all’Università di Bologna per scegliere il rettore. In molte università della Germania hanno votato online già nel 2013, in Italia siamo visibilmente un po’ indietro.
Negli Stati Uniti d’America, Regno Unito e in Estonia, il voto via Internet viene utilizzato da tempo anche nelle elezioni politiche e nei referendum. In Svizzera i referendum locali via Internet sono una pratica ormai consolidata, gli elettori ricevono per posta la password per accedere alla scheda elettorale. In Estonia è possibile votare tramite la carta di identità con un microchip leggibile da un computer che permette l’accesso alla scheda elettorale. In Italia sono partite solo sperimentazioni che ancora non diventano routine anche a causa del digital divide.
Il voto elettronico può essere utilizzato per qualsiasi settore pubblico o privato dove c’è un’organizzazione piramidale che viene eletta. La rivoluzione digitale ormai è inarrestabile, nel milleproroghe è stato approvato un emendamento per la sperimentazione del voto elettronico, si può ipotizzare che, ben presto, potremo esercitare il diritto di voto per il rinnovo di qualsiasi carica anche se siamo dall’altra parte del mondo.
L’AUTORE
Samanta Di Persio – Laureata in scienze politiche vive a L’Aquila. Ha pubblicato con le edizioni Casaleggio Associati: Morti bianche (2008) e Ju tarramutu (2009), edizione Rizzoli La pena di morte italiana (2011), edizione Adagio Imprenditori suicidi (2012)