“Solo due cose sono infinite: l’universo e la stupidità umana, riguardo l’universo ho ancora dei dubbi.” Albert Einstein
di Antonio Fernández Vicente – Mettiamola così: facciamo tutti cose stupide. Siamo tutti stupidi in misura maggiore o minore. Ma se l’umanità è in uno stato deplorevole, pieno di difficoltà e miseria, è a causa della stupidità generale, che cospira contro il benessere e la felicità.
La stupidità è anche peggio del male, perché almeno il malvagio ottiene qualche vantaggio per se stesso, anche a costo del danno altrui.
Lo storico Carlo Cipolla diceva della stupidità: “Una persona stupida è una persona che arreca danno a un’altra persona o gruppo di persone senza ottenere, allo stesso tempo, un vantaggio per se stesso, o addirittura ottenere una perdita”. Nel suo saggio “Allegro ma non troppo con Le leggi fondamentali della stupidità umana” Cipolla tenta di elaborare una scherzosa teoria generale sulla stupidità umana, che vede gli stupidi come un gruppo di gran lunga più potente delle maggiori organizzazioni come le mafie o le lobby industriali, non organizzato e senza ordinamento, vertici o statuto, ma che, tuttavia, riesce ad operare con incredibile coordinazione ed efficacia. A tal proposito il saggio enuncia 5 leggi fondamentali:
- Prima Legge Fondamentale: sempre ed inevitabilmente ognuno di noi sottovaluta il numero di individui stupidi in circolazione.
- Seconda Legge Fondamentale: la probabilità che una certa persona sia stupida è indipendente da qualsiasi altra caratteristica della persona stessa.
- Terza (ed aurea) Legge Fondamentale: una persona stupida è una persona che causa un danno ad un’altra persona o gruppo di persone senza nel contempo realizzare alcun vantaggio per sé od addirittura subendo una perdita.
- Quarta Legge Fondamentale: le persone non stupide sottovalutano sempre il potenziale nocivo delle persone stupide. In particolare, i non stupidi dimenticano costantemente che in qualsiasi momento e luogo, ed in qualunque circostanza, trattare e/o associarsi con individui stupidi si dimostra infallibilmente un costosissimo errore.
- Quinta Legge Fondamentale: la persona stupida è il tipo di persona più pericoloso che esista. Corollario: lo stupido è più pericoloso del bandito. (Ndr)
Ora, cosa si può intendere per stupidità?
Nel 1866, il filosofo Johann Erdmann definì la stupidità come una ristrettezza mentale. Stupido è colui che tiene conto di un solo punto di vista: il suo. Più i punti di vista si moltiplicano, minore è la stupidità e maggiore è l’intelligenza.
Ecco perché i greci hanno inventato la parola idiota (ἰδιώτης , individuo privato, senza cariche pubbliche; inabile, rozzo) colui che considera tutto dal suo punto di vista personale. Giudica qualsiasi cosa come se la sua minuscola visione del mondo fosse universale, l’unica difendibile, valida e indiscutibile.
Lo stupido soffre di egoismo intellettuale. Lo stupido è rozzo e vanaglorioso. Nega la complessità e diffonde dogmaticamente la sua semplicità. Pensa soprattutto come se fosse in possesso della verità assoluta.
Nel 1937 lo scrittore austriaco Robert Musil affrontò la questione della stupidità nel suo libro intitolato “Sulla stupidità”. Al culmine delle correnti totalitarie, ci ha ricordato “la barbarie di nazioni, stati e gruppi ideologici”. Per Musil la stupidità assomiglia al progresso, alla civiltà. Nasce non solo da un Io esagerato, ma soprattutto da un Noi presuntuoso. La stupidità è altamente contagiosa e si nutre di grandi ideali diffusi, luoghi comuni, proclami semplicistici: tutto è nero o tutto è bianco. L’unico punto di vista legittimo è quello di un determinato gruppo sociale, quello di una specifica fazione: la nostra. La stupidità è legata all’intolleranza e all’assenza di dialogo. È un segreto ermetico e mentale. Viene espanso per mezzo di slogan presuntuosi e infondati, cantati in un grottesco clamore collettivo. Tutti a un certo punto possono essere occasionalmente stupidi. Ma ciò che distingue il testardo funzionale, secondo Musil, è l’incapacità permanente di apprezzare il significato delle cose.
Cosa è importante e cosa no? Nella sua presunzione, lo stupido persiste ostinatamente nell’insignificante e accessorio. È incapace di dare priorità alle priorità. Come ha suggerito Nietzsche, “la stupidità più comune è dimenticare il nostro scopo”.
Uno dei rimedi per la stupidità è la modestia. Quindi, è intelligente mettere in discussione ciò che si fa e si pensa. Chi vive nel “forse” invece che nelle affermazioni categoriche e forti, si allontana dalle sciocchezze. Quello che pensiamo sia intelligente non è altro che una stupidaggine. Era la domanda sollevata da Erasmo da Rotterdam ne l’Elogio della follia.
E una buona cura per l’umiltà è una risata intelligente. Da Aristofane e Luciano di Samosata a Jonathan Swift, Mark Twain o Groucho Marx, fare satira sulla stupidità della nostra vita è sempre un esercizio di buona comprensione. Ci fa vedere che le convenzioni sociali sono in molti casi assurde e lente.
Ma la stupidità è anche molto democratica, equa e solidale. La stupidità può colpire chiunque senza distinzione. Ci sono stupidi nella stessa proporzione in tutti gli strati economici e culturali, correnti politiche e luoghi nel mondo.
Insomma la stupidità esiste da sempre, ma c’è anche un modo per porvi fine: ampliare gli orizzonti e mettere in discussione il nostro comportamento e il nostro modo di pensare attenuerà la stupidità, esercitando il dubbio e l’autocritica.
Basterà domandarsi: e se mi sbaglio?
(Estratto da The Conversation)