Una volta, tanto tempo fa, si rubava ai ricchi per dare ai poveri. La situazione in seguito si è evoluta. Si è iniziato a rubare ai poveri per dare ai ricchi. E vero che i poveri hanno poco, ma sono tanti. Poco per tanti fa una fortuna come sanno i miliardari in euro del nostro Paese. Privatizzare i profitti e socializzare le perdite è sempre stato il motto degli imprenditori con le pezze al culo, a iniziare dalla Fiat con la cassa integrazione a carico dei contribuenti.
Oggi molti poveri si sono trasformati in morti di fame. Rubare ai poveri per dare ai ricchi è diventata unimpresa senza speranza. I grandi imprenditori sono però persone che vivono la società, che capiscono i problemi dei disoccupati, delle famiglie senza reddito e senza tetto. Non sono insensibili al crescere degli indigenti, sempre più numerosi. E hanno trovato una soluzione: togliere ai quasi poveri per dare ai morti di fame. Andrea Riello, a nome degli industriali veneti, ha dichiarato: I dipendenti pubblici potrebbero rinunciare per il prossimo anno a una piccola percentuale della loro retribuzione destinandola a un prestito temporaneo per rimpinguare il fondo di solidarietà. Prestito che gli verrebbe restituito non appena ci sarà la ripresa. In soccorso di Riello è arrivato Calearo, deputato del PDmenoelle, ma anche industriale e ex presidente di Federmeccanica: La provocazione di Riello ha un senso
il contributo dovrebbe essere chiesto a funzionari, dirigenti, amministratori di società
e nello Stato ce ne sono molti. Ma sarebbe bene che a dare lesempio siano i politici.
I politici hanno lo stipendio più alto dEuropa, sono in gran parte pregiudicati e inquisiti, maturano il diritto alla pensione dopo due anni e mezzo e in Parlamento, a esercitare il lavoro per cui sono pagati, non ci vanno quasi mai, mantengono spesso doppie cariche e doppio stipendio. Lesempio lo danno già. Non si può chiedergli di più.
Riello, invece della solidarietà tra dipendenti dello Stato e disoccupati privati, io inizierei dai concessionari pubblici. Gente che guadagna su un bene dello Stato centinaia di milioni, miliardi di euro ogni anno. Le concessioni dello Stato devono essere a profitto zero per i concessionari. Si tratta di beni dei cittadini, occupati e disoccupati. La gestione va pagata, ma il profitto deve rimanere allo Stato, o non ci deve essere alcun profitto. Le autostrade, le frequenze delle telecomunicazioni, le frequenze radiotelevisive, lacqua, lo smaltimento dei rifiuti vanno rinegoziati a concessione zero.
Quando iniziamo? Lo dice lei alla Marcegaglia degli inceneritori?
Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure.
Concessione zero
Recessione? No, grazie!