La campagna per le elezioni politiche è iniziata con molti mesi di anticipo. Questa volta non riguarda soltanto il Bel paese. L’Italia è ritornata, dopo il crollo del muro di Berlino del 1989, al centro dell’attenzione internazionale. Fa parte di un “gioco grande“. L’Italia può diventare l’inizio di un domino, di un contagio europeo destinato a restituire ai cittadini la sovranità nazionale, ora sottratta dal sistema finanziario. Rigor Montis lo ha voluto la BCE, Passera – un banchiere -, se gli succederà, anche. L’Italia ha un disperato bisogno di un governo politico che i partiti, asserviti alla finanza, non possono, né vogliono darle. Il Quirinale e i segretari dei partiti sono alla ricerca di una nuova legge elettorale che perpetui la situazione attuale e tenga ai margini il MoVimento 5 Stelle. Si vuole un “tecnico” di fiducia del sistema economico mondiale e una corte di partiti svuotati da una reale rappresentanza a garantirne l’esistenza in Parlamento. Nel 2012 Rigor Montis con Pdl, Pdmenoelle e Udc, nel 2013 Ovetto kinder Passera con Pdl, Pdmenoelle, Udc e Sel. Tutto cambia perché nulla cambi. Il M5S presenterà candidati che non abbiano fatto due mandati, che non stiano svolgendo un incarico pubblico elettivo come consiglieri o sindaci e incensurati e non percepirà un centesimo di rimborsi elettorali. Per il sistema è importante che gli italiani credano che l’economia stia migliorando, che la ripresa sia “dentro di noi“, che la colpa del debito pubblico sia dei ristoranti e dei negozi che non rilasciano lo scontrino. La stampa, i partiti, la Confindustria e le banche sono un corpo unico, si sostengono l’uno con l’altro in difesa dei loro interessi economici. Intanto cresce la disoccupazione a livelli mai visti, le piccole e medie imprese (le uniche che tengono in piedi la baracca) chiudono, licenziano o si rifugiano all’estero: in Slovenia, in Carinzia, in Svizzera. Le entrate fiscali crolleranno, è una facile profezia, e l’Italia si ritroverà allora fallita, dopo aver salvato il sistema bancario e mantenuto i costi di un’organizzazione dello Stato assurda. Per ridurre il debito bisogna intervenire sulle spese inutili, cosa che Rigor Montis si è ben guardato dal fare. Il debito pubblico aumenta al ritmo di 100 miliardi all’anno, esattamente come con Tremorti, insieme alla diminuzione del PIl che è stimato in meno 3% nel 2012. Una situazione da infarto nascosta accuratamente dai media che raccontano la buona novella dell’uscita dal tunnel. A fine ottobre si tengono le elezioni regionali in Sicilia. Farò un tour di due settimane correndo come Forrest Gump finché il fiato terrà. Arriverò a Messina da Reggio Calabria, a nuoto. Sono solo tre chilometri. Ci vediamo in Parlamento. Sarà un piacere.
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