È una visione del futuro, anche se sono già nati progetti in tutte le nazioni, per portare nelle città nuovi tipi di mobilità. Ma il futuro è soprattutto una nuova generazione di proprietari.
Di cosa parliamo? Oggi si parla di flussi. É una cosa che conta. La proprietà dell’auto sarà un qualcosa relegato alla Storia. Come oggi nessuno ha più i propri polli, terreni o animali da mungere. Sarebbe follia. Come oggi non si compra nemmeno più cibo, ma nutrizione.
Lo stesso sta accadendo nella concezione di città. Stiamo passando da vendere auto, a vendere mobilità. Sono quindi i servizi quelli che contano.
Cosa cambierà davvero?
Il sogno di una nuova generazione di proprietari di auto potrebbe diventare realtà, ovunque si creano stazioni di mobilità innovative, dove è possibile combinare modalità di trasporto differenti.
Ma l’obiettivo principale rimane ridurre le emissioni di gas a effetto serra.
Questo è un passaggio fondamentale. Ogni anno milioni di persone in tutto il mondo si spostano dalle campagne alle città. I centri urbani stanno diventando megalopoli invivibili. Dobbiamo per forza cambiare il nostro concetto di città, partendo dal modo in cui ci spostiamo.
Come?
L’idea è quella di creare una piattaforma su cui saranno riuniti i diversi fornitori di servizi di trasporto e tutto sarà reso accessibile. Magari con una singola app per tutti i mezzi di locomozione.
Sarà forse un’app del comune stesso, in cui saranno concentrati gli utenti e sarà possibile organizzare i flussi. Nessun mezzo così resterà vuoto. In fondo oggi quasi tutti possiedono uno smartphone.
Per spostarsi da un luogo all’altro, i futuri utenti della strada, avranno bisogno solo di una singola applicazione. In modo che possano calcolare il percorso ottimale, il trasporto necessario, il tempo e cosa vorranno fare nel tragitto. Autobus, tram, servizi di vehicle-sharing, taxi, biciclette o altro, saranno messi insieme.
Potremo determinare la tariffa, orario, bagagli e intrattenimento, qualche servizio aggiuntivo (come il pranzo) e pagare con lo stesso tasto.
Oggi però è il sistema a non funzionare.
Attualmente ogni provider ha la propria app, le proprie tariffe, i regolamenti legali e la propria infrastruttura. Servirebbe uno spazio in comune.
Un’unica concentrazione di varie offerte di mobilità porterà a un nuovo concetto di utilizzo di mezzi di trasporto. Una sorta di raccolta speciale, che chiameremo porti. A seconda delle necessità locali, ci saranno porti più grandi o più piccoli. All’inizio solo i porti essenziali verranno costruiti.
Quando accadrà?
Diverse iniziative sono partite in tutto il mondo e il 2019 potrebbe essere l’anno giusto per veder nascere diverse piattaforme che vogliono davvero cambiare il futuro.