Danzatrici a Bali, foto di FriskoDude
I camion hanno bloccato lItalia. Non è una novità, la bloccano tutti i giorni. Sono sempre immobili sui cavalcavia, nelle tangenziali, dentro ai tunnel. I camion non viaggiano, parcheggiano in movimento. Metà sono vuoti. Quando arrivano a destinazione ritornano indietro senza un altro carico. Il trionfo dellignavia dei governi. Esistono decine di migliaia di piccole aziende padronali, ma vi pare possibile? Se fossimo un Paese serio domani ci sarebbe in circolazione la metà dei camion a parità di merci trasportate.
La penisola italiana è una piattaforma naturale sul mare. Le repubbliche marinare sono nate qui, ma i nostri porti sono in declino. Una integrazione del trasporto nave/treno/camion non esiste. Più camion, più pedaggi, più gasolio: chi ci guadagna? Stato, Fiat, società autostradali, petrolieri.
I camionisti si ritrovano a competere sulle strade senza soste e senza orari per un pugno di euro. A quando una programmazione nazionale dei trasporti che venga attuata in tre anni sotto il controllo dei cittadini?
Lo sciopero ha avuto i suoi lati positivi, grazie alla diminuzione del monossido di carbonio ogni italiano ha guadagnato un paio di giorni di vita. Le città sono diventate più serene e sono fiorite le biciclette. Chi vive in campagna è tornato a comprare latte e uova dal contadino. La macchina è rimasta parcheggiata e abbiamo risparmiato in benzina. Abbiamo rivolto la parola dopo anni al vicino di casa per chiedergli il sale.
In questi giorni siamo a Bali insieme alle altre nazioni del mondo. Un po per prendere il sole, ho visto un Pecoraro abbronzato in diretta tv. E un po per sparare cazzate. Nelle nostre città non ci sono taxi e autobus elettrici, né piste ciclabili. Abbiamo sforato i parametri di Kyoto per il CO2. Costruiamo inceneritori e blateriamo di nucleare sicuro. E non siamo neppure capaci di far viaggiare i camion pieni. Mi viene una sola parola per descrivere questa situazione: Buffoni!.