Negli ultimi anni la salute mentale è entrata con forza nella vita di tutti. Ha travolto studenti, lavoratori, genitori, professionisti, adolescenti e anziani. Ha colpito un’intera popolazione schiacciata da precarietà, iperconnessione, isolamento e aspettative fuori controllo. Nel frattempo la politica ha guardato dall’altra parte lasciando il disagio fuori dall’agenda e senza risposte.
Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, in Italia oltre 1 giovane su 5 mostra segnali di sofferenza psicologica. Tra gli adulti ansia e depressione coinvolgono circa 1 persona su 4 almeno una volta nella vita. I disturbi d’ansia aumentano anno dopo anno, insieme all’uso di psicofarmaci, soprattutto tra i giovani e tra le donne. Le richieste di supporto psicologico superano da tempo la capacità del sistema pubblico di rispondere in modo adeguato. Le liste di attesa si allungano e in molti casi durano mesi o anni.
In questo contesto stanno emergendo nuovi comportamenti. Un’inchiesta recente del The Guardian racconta che circa un adolescente su quattro utilizza chatbot di intelligenza artificiale per parlare del proprio disagio emotivo. Vengono descritti come presenze sempre disponibili, capaci di ascoltare senza giudicare. Alcuni ragazzi arrivano a considerarli amici.
Questo fenomeno parla soprattutto di solitudine e di mancanza di spazi di ascolto reali; quando una parte crescente di giovani cerca conforto in un algoritmo, il dato riguarda una distanza sempre più ampia tra il bisogno di essere ascoltati e la capacità degli adulti, delle istituzioni e dei servizi di offrire tempo e cura.
Nel nostro paese i servizi di salute mentale pubblici soffrono da anni di sottofinanziamento; il numero di psicologi nel sistema sanitario nazionale resta insufficiente rispetto alla domanda. Il bonus psicologo ha rappresentato un primo riconoscimento del problema, senza però produrre un reale cambiamento.
Nel frattempo il disagio cresce, si cronicizza e spesso si manifesta anche attraverso il corpo.
In questo contesto stanno prendendo forma esperienze che provano a rispondere a un bisogno evidente, mettendo al centro la persona nella sua interezza, includendo corpo, mente ed esperienza emotiva. Oggi, 15 dicembre, verrà lanciata online BastaPensieri.it, una piattaforma italiana di psicologia dedicata alla Mindfulness Psicosomatica.
Il progetto è stato fondato dalla psicoterapeuta Anna Sari, dall’ex ministro Danilo Toninelli ed Emanuele Falzarano, e nasce dall’esperienza clinica e formativa del Villaggio Globale di Bagni di Lucca, centro di riferimento nazionale per la neuropsicosomatica e la mindfulness applicata. La piattaforma propone percorsi di supporto psicologico online, pratiche di consapevolezza corporea, contenuti audio e video, attraverso una rete di professionisti formati in modo specifico su questo approccio.
Colpisce che progetti di questo tipo nascano fuori dai palazzi, lontano dai comunicati, dai convegni e dalle promesse ripetute a vuoto. Prendono forma nella vita reale, dove il disagio si accumula ogni giorno e resta spesso invisibile alle agende politiche. Nascono dall’ascolto di persone che faticano, che si sentono sole, che cercano risposte concrete mentre il dibattito pubblico continua a girare intorno ad altro.
Il servizio pubblico resta un punto essenziale, e proprio per questo iniziative come queste ricordano quanto sia urgente investire davvero nella salute mentale. Quando un ragazzo affida il proprio malessere a un chatbot o quando un adulto convive per anni con ansia, insonnia e stress senza sapere a chi rivolgersi, emerge una responsabilità collettiva. La salute mentale riguarda il modo in cui viviamo insieme, lavoriamo, costruiamo relazioni e partecipiamo alla vita democratica. Trascurarla significa accettare una crescita silenziosa di solitudine e sofferenza.
Riconoscerla e affrontarla vuol dire guardare la realtà senza filtri e iniziare finalmente a prendersene cura.





