(LAVORO. Trova il tuo posto)
Ho ricevuto lennesima segnalazione da parte di Marco Bazzoni, rappresentante dei lavoratori per la sicurezza. In Italia ormai il lavoro è peggio dellAids. La disoccupazione è un problema, ma in compenso ci tutela da una morte precoce. Un operaio delle Ferrovie dello Stato è stato travolto da un treno in corsa. Mentre utilizzava un martello pneumatico. E non poteva sentire nulla. Chi lha mandato a morire su quel binario?
Il termine caduti sul lavoro è una vergogna. Il lavoro non uccide. Sono gli assassini a uccidere. Con nome e cognome. Per incuria, per avidità. Cambiamo le parole. Dora in poi diciamo assassinati sul lavoro.
Ps: Elio Catania, l’ex presidente delle Ferrovie dello Stato accompagnato alla porta per i suoi risultati. Con sette milioni di euro di buonuscita. E tornato in pista come consigliere di amministrazione di Banca Intesa San Paolo. Auguri a tutti i suoi correntisti. Ottima scelta Passera. Ottima scelta.
INFORTUNI SUL LAVORO: COSTITUITO COMITATO VERITA SULLA MORTE DEL FERROVIERE MASSIMO ROMANO.
Roma, 19 gennaio 2007 ¬ Vogliamo capire comè stato possibile che Massimo si trovasse da solo a lavorare su un binario aperto al traffico con un martello pneumatico che copriva il rumore dei treni in arrivo.
Sulla base di questo interrogativo si è costituito stamattina durante una tesa assemblea di ferrovieri, il Comitato per la Verità sulla morte del ferroviere Massimo Romano, composto da lavoratori e delegati RSU ed RLS di tutte le sigle sindacali, per fare luce sulle cause dellinfortunio mortale avvenuto il 15 novembre scorso nei pressi della stazione di Monterotondo, sulla linea Roma-Orte. Massimo Romano, operaio di RFI, 42 anni, venne investito da un treno in transito mentre era impegnato con un martello demolitore sui binari, attrezzo che però è stato ritrovato e sequestrato dalla polizia molto lontano dal luogo dellincidente. Nei primi giorni era stata divulgata, infatti la notizia di una sua indebita presenza su quel binario, elemento, tra l altro su cui si stanno basando le indagini della magistratura. Non vogliamo che una cortina di omertà alimentata dallazienda offuschi la coscienza degli stessi lavoratori ¬ dice Domenico Testa, delegato RLS del sindacato Orsa e tra i promotori delliniziativa – e che sia infangata la sua memoria considerandolo responsabile della tragedia. Era un lavoratore maturo ed esperto ¬ prosegue Stefano Pennacchietti, delegato FILT-CGIL e non è affatto credibile che egli sia andato di sua iniziativa a svolgere quel lavoro. Il nostro scopo – prosegue – è quello di evitare che questa tragedia cada nelloblio e di sostenere la battaglia per la sicurezza. Gli infortuni sono in aumento anche nelle FS che dovrebbero invece rappresentare un modello positivo ed avanzato di organizzazione del lavoro anche e forse soprattutto in termini di sicurezza.