Nel 1986, l’Alfa Romeo venne ceduta all’allora Gruppo Fiat dall’allora presidente dell’istituto, Romano Prodi, nel tentativo di ridurre le perdite dell’IRI; l’acquirente decise di accorparla ad un’altra azienda dello stesso gruppo, la Lancia, dando vita alla Alfa-Lancia Industriale. Prodi si rifiutò di vendere alla Ford e decretò la morte di uno dei pochissimi nomi di aziende italiane noti a livello mondiale. Ben venga (presto) la VW prima del funerale definitivo.
“Ciao Beppe, sono un ex operaio dell’Alfa Romeo di Arese,ho lavorato dieci anni per questa azienda gestita dalla Fiat,compresa cassa integrazione e mobilità,poi sono stato buttato fuori ne 1998 ed assunto da una società di comodo, una certa Rotamfer, azienda siderurgica che non mi ha fatto mai lavorare sbattendomi da subito in cassa con la scusa che il suo capannone nell’area di Arese non era ancora agibile. Dopo più di un anno senza stipendio vengo ricollocato presso una società di servizi Rina Srl di San Donato Milanese ,cinque anni dopo l’appalto scade e subentra Innova Service Srl la società che attualmente ci ha licenziati,adducendo futili motivi in quanto nell’area una delle più grandi della Lombardia ci sarebbe lavoro per tutti.Queste cose sono accadute sotto gli occhi dei vari governi che si sono succeduti,della regione e dei comuni limitrofi. Hanno sperperato milioni di euro di fondi pubblici per riqualificare l’area,ed ora è un deserto,dove lavoravano migliaia di persone! Non c’è più nessuno. Questo è uno dei più grandi scandali italiani avvenuti tra prima e seconda repubblica,la distruzione della più grande industria automobilistica della Lombardia da parte di Fiat nonostante laute sovvenzioni da parte dello Stato.” Antonio M.
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