di Gianluca Riccio – Il mondo sta finalmente iniziando ad agire contro il cambiamento climatico, ma l’impressione è che sia totalmente insufficiente ciò che sta per venire fuori dalla COP26 conclusasi una settimana fa.
Questa settimana, un certo numero di nazioni e case automobilistiche hanno concordato che dobbiamo puntare al 100% di vendite di auto senza combustibile fossile e a zero emissioni entro il 2040. L’accordo ha coinvolto anche l’India, secondo (e futuro primo) paese più popoloso al mondo. In tutto i firmatari sono 30: la partnership ora include tra gli altri non solo la Cina, ma anche il Brasile e l’Indonesia. Sei case automobilistiche sono coinvolte tra cui giganti come Ford e General Motors.
Fa più rumore chi manca, comunque. E mancano USA, Giappone, Germania ed altre nazioni cruciali nella produzione di veicoli. Tra le aziende, non sorprende l’assenza di Toyota, ma vedere fuori gioco Renault o Kia è terribile. Perfino la tanto chiacchierata “Voltswagen”, così legata al futuro elettrico dei veicoli, non ha firmato accordi. Bene. Si fa per dire.
Non solo il 2040 sarebbe troppo tardi, ma mostrerebbe un volto ipocrita e inadeguato della politica mondiale, oltre a un limite insufficiente, valutato solo in virtù di calcoli svogliati. Per ottenere questo risultato, infatti, tutti gli attori in campo non dovranno fare praticamente alcuno sforzo straordinario.
All’inizio di quest’anno, l’Agenzia internazionale per l’energia ha pubblicato una tabella di marcia che illustra in dettaglio il percorso verso l’azzeramento delle emissioni nette di carbonio a livello globale entro il 2050. (Rapporto IEA)
Sapete cosa dice il rapporto? Dice che il mondo deve smettere di investire ORA, QUEST’ANNO in nuovi progetti basati sul combustibile fossile. E dice che le nuove vendite di auto devono essere elettriche per il 60% entro il 2030. Soprattutto, dice che tutte (sottolineo: tutte) le nuove vendite di autovetture devono essere elettriche entro il 2035. Non nel 2040.
Il rapporto della IEA va oltre, definendo anche il beneficio “netto di queste idee”. Oltre 2 milioni di vite salvate e lo 0,4% in più di crescita del PIL globale all’anno. Questi i risultati per un investimento fatto a favore di tutti i terrestri, e non solo di alcuni.
Abbandonare il combustibile fossile nel 2035? Matematicamente facile. Qualcuno potrà obiettare che raggiungere il traguardo nel 2035 sia troppo difficile, ma la matematica dice che non è così.
Una regola empirica comune nell’industria automobilistica è che un ciclo di modelli di auto duri circa 5-7 anni, più o meno, prima di un significativo “refresh”. E anche quel nuovo ciclo di auto passerà dalla progettazione alla produzione in circa 5-7 anni. Se oggi portiamo su strada ogni modello di veicolo e lo lasciamo correre fino alla fine “naturale” del suo ciclo, si può ancora rendere con successo il 2035 l’anno in cui l’ultimo veicolo a combustibile fossile viene venduto ai consumatori.
Qualsiasi casa automobilistica che sia stata abbastanza stupida (o avida) da iniziare il processo di progettazione di un nuovo veicolo a combustibile fossile quest’anno può ancora passare gli interi prossimi 5-7 anni a progettare quel veicolo prima del lancio (2021-2028), e poi passare altri 5-7 anni a vendere quel veicolo fino alla fine del suo ciclo di modelli (2028-2035). Anche solo a quel ritmo naturale, saremmo ancora vicini alla scadenza del 2035.
È dal 2014, quanto Tesla mostrò ai “dinosauri” di cosa era capace, che le aziende serie avrebbero dovuto capire dove sarebbe andato il vento.
La Norvegia ha puntato al 2025 per lo stop totale ai veicoli a combustibile fossile, eppure già nel 2021, le vendite di nuove auto “vecchia maniera” sono praticamente svanite nel paese. La maggior parte delle nuove auto sono solo elettriche, oltre l’80%, e quasi il 10% ha una sorta di propulsore elettrificato. Le tendenze mostrano che questi numeri continuano a salire.
Gli ostacoli principali all’adozione di massa? Una maggiore disponibilità/varietà di modelli e lo sviluppo di infrastrutture dedicate. 14 anni dovrebbero essere più che sufficienti per risolvere questi problemi, a patto di cominciare seriamente adesso.
Non c’è molto da girarci intorno: dobbiamo farlo, secondo la scienza, al fine di evitare il peggio dell’emergenza climatica. Secondo la matematica, invece, possiamo farlo, senza modificare i piani di produzione attuale.
In sintesi? Facciamolo. Si definisca una data globale per l’addio alle auto a combustibile fossile: al massimo nel 2035. Siamo coinvolti, coptati, costretti in qualche modo, i produttori e il paese. Lasciamoci la benzina alle spalle. Il momento è adesso!
L’AUTORE
Gianluca Riccio, classe 1975, è direttore creativo di un’agenzia pubblicitaria, copywriter, giornalista e divulgatore. Fa parte della World Future Society, associazione internazionale di futurologia e di H+, Network dei Transumanisti Italiani. Dal 2006 dirige Futuroprossimo.it, una risorsa italiana sul futuro.