di Leda Volpi – Qualche settimana fa ho avuto il piacere di visitare il Campus Universitario di Savona e sono rimasta affascinata dal “Progetto Energia 2020” dell’Università di Genova, interessante ed innovativo progetto di Energia sostenibile. Il progetto consiste in tre iniziative: la “Smart Polygeneration Microgrid” (SPM), lo “Smart Energy Building” (SEB) e la riqualificazione energetica delle strutture esistenti del Campus.
Per Smart Grid (“rete intelligente”) si intende una rete “attiva” provvista di un’infrastruttura in grado di scambiare comandi e segnali, oltre che energia elettrica. Tra le applicazioni più interessanti vi sono le Microgrid, aggregazioni di unità di generazione (da fonte rinnovabile o tradizionale), di consumo e di accumulo di energia elettrica e termica, localizzate in un’area limitata.
L’obiettivo della SPM è quello di supervisionare e garantire una gestione efficiente ed economica degli impianti di produzione, ottimizzando al tempo stesso il contributo delle fonti rinnovabili e dei processi di cogenerazione ad alto rendimento, anche con l’obiettivo di minimizzare i consumi elettrici e termici del Campus.
La SPM è caratterizzata dai seguenti impianti:
- 3 turbine a gas cogenerative ad alta efficienza (130 kWe, 284 kWth);
- 2 impianti fotovoltaici (115 kWp);
- 3 impianti solari termodinamici (CSP) equipaggiati con motori Stirling (3 kWel, 9 kWth)
- 2 chiller ad assorbimento ad acqua/bromuro di litio;
- 2 sistemi di accumulo elettrico basati su tecnologia Na-NiCl2 e ioni di litio
- 2 stazioni di ricarica tradizionali per veicoli elettrici
- 2 stazioni di ricarica di tipologia V2G (Vehicle to Grid) per veicoli elettrici, in grado anche di gestire il flusso di energia dalla macchina alla rete
- 1 sistema di gestione energetica centralizzato, che controlla generatori e consumatori di energia, secondo logiche che minimizzano i costi operativi giornalieri e le emissioni di CO2 in atmosfera.
Lo Smart Energy Building è un edificio ecosostenibile ad emissioni-zero, completamente autosufficiente dal punto di vista energetico. Si tratta del primo “Edificio Intelligente“ in Italia non connesso a nessuna rete elettrica pubblica.
Il fabbisogno di energia termica sia d’inverno che d’estate è soddisfatto al 100% ricorrendo alla geotermia del sottosuolo (8 sonde che scendono a 100 metri di profondità e scambiano calore col terreno), mentre il fabbisogno di elettricità è soddisfatto dai panelli fotovoltaici e, qualora questo non bastasse, dalla SPM. Quindi sempre energia rinnovabile, senza emissione di C02 in atmosfera.
Lo Smart Building presenta inoltre un impianto di recupero di acqua piovana, facciate ventilate e a cappotto, un impianto di illuminazione a led e una palestra u-gym (laboratorio del corso di scienze motorie) che permette di trasformare l’energia prodotta dall’esercizio fisico degli studenti in energia che verrà immessa nella rete elettrica del Campus.
Questo progetto è un esempio di come l’ingegno e la creatività italiana possa realizzare edifici e città “intelligenti” che non inquinano e che insieme alla mobilità elettrica consentiranno un futuro (neanche troppo lontano, se vogliamo può essere già presente!) sostenibile.