Negli ultimi decenni, l’industria alimentare ha trasformato radicalmente il nostro modo di mangiare, e il documentario del Dr. Chris van Tulleken, trasmesso dalla BBC qualche settimana fa (che potete vedere sottotitolato in italiano), porta alla luce una verità inquietante: gli alimenti ultra-processati (UPFs) sono progettati per essere irresistibili e, di conseguenza, stanno avendo un impatto devastante sulla salute globale.
La metà degli anni ’70 segna un punto di svolta nell’industria alimentare. Grazie ai progressi tecnologici e alla crescente pressione per ridurre i costi, le aziende hanno iniziato a sviluppare alimenti composti da ingredienti economici come zucchero, grassi raffinati e additivi artificiali. Questi prodotti non solo sono economici da produrre e conservare, ma sono anche progettati per stimolare i centri di ricompensa del cervello, rendendoli irresistibili per i consumatori.
Come spiegato nel documentario, queste tecniche non sono casuali. Attraverso ricerche avanzate, l’industria ha creato una “iper-palatabilità” che combina sapori, consistenze e aromi per stimolare il consumo eccessivo. Il risultato è un’esplosione nella domanda di alimenti ultra-processati che hanno progressivamente sostituito i cibi freschi e naturali.
Il boom degli UPFs coincide con un aumento allarmante dell’obesità a livello globale. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), il tasso globale di obesità è triplicato dal 1975. Nel 2023, più di 1,9 miliardi di adulti erano in sovrappeso, e di questi, oltre 650 milioni erano obesi. I bambini non sono stati risparmiati da questa epidemia: circa 39 milioni di bambini sotto i 5 anni e oltre 340 milioni di bambini e adolescenti tra i 5 e i 19 anni erano sovrappeso o obesi.
Gli alimenti ultra-processati giocano un ruolo cruciale in questa crisi. Ricchi di calorie, ma poveri di nutrienti, contribuiscono a un consumo eccessivo di energia senza fornire i benefici di una dieta bilanciata. Inoltre, la loro capacità di stimolare il rilascio di dopamina nel cervello li rende particolarmente difficili da abbandonare, creando una vera e propria “dipendenza alimentare”.
Uno degli aspetti più illuminanti del documentario è la partecipazione di ex addetti ai lavori dell’industria alimentare, che rivelano come questi prodotti vengano sviluppati deliberatamente per massimizzare il consumo. Non si tratta solo di soddisfare il gusto dei consumatori, ma di manipolare la loro biologia per favorire abitudini alimentari che li leghino a questi prodotti.
Il Dr. van Tulleken esplora inoltre il paradosso culturale legato agli UPFs: nonostante siano spesso associati a comfort e convenienza, sono direttamente responsabili di molte delle principali malattie croniche, tra cui obesità, diabete di tipo 2 e disturbi cardiovascolari.
Questo documentario non si limita a denunciare il problema, ma invita anche a riflettere su possibili soluzioni. Ridurre il consumo di UPFs richiede consapevolezza, educazione e politiche pubbliche che promuovano alimenti freschi e nutrienti. I governi devono intervenire regolamentando l’industria alimentare, introducendo etichette più chiare e incentivando la produzione di alimenti sani e accessibili. Come conclude il Dr. van Tulleken, il cambiamento deve partire da noi consumatori, ma la responsabilità principale rimane nelle mani di un’industria che ha il potere di scegliere tra il profitto e la salute pubblica.
Il documentario del Dr. Chris van Tulleken è un richiamo urgente a riconsiderare il nostro rapporto con il cibo e a ripensare l’intero sistema alimentare. Solo comprendendo come gli UPFs influenzano la nostra salute possiamo iniziare a costruire un futuro più sano e sostenibile. Per approfondire, il documentario è disponibile su BBC iPlayer, dove è possibile scoprire tutti i retroscena di questa realtà sempre più difficile da ignorare.