La tecnologia dovrebbe semplificarci la vita. Gli smartphone ci aprono una finestra sul mondo grande quanto un palmo di mano, permettendoci di fare quasi tutto con il semplice tocco di un pulsante. La tecnologia presente nelle case intelligenti ci toglie alcune incombenze e le riunioni su zoom ci permettono di restare comodamente dove vogliamo senza spostarci.
Dovremmo quindi avere avere più tempo libero. Tempo che trascorriamo dormendo, rilassandoci o semplicemente non facendo nulla, giusto? Eppure no, sebbene la tecnologia digitale possa aiutarci a risparmiare tempo, finiamo per utilizzare quel tempo per fare sempre più cose. E’ quello che emerge da uno studio di un team di ricerca diretto da Ruth Ogden e Christine Schoetensack.
I ricercatori hanno intervistato 300 persone in tutta Europa per comprendere come si utilizzano i dispositivi digitali nella vita di tutti i giorni. Lo studio ha dimostrato che le persone vogliono evitare periodi di tempo libero nella loro vita, quindi riempiono quei periodi svolgendo attività, alcune delle quali non sarebbero possibili senza la tecnologia.
Che si trattasse di aspettare un autobus, svegliarsi la mattina o sdraiarsi a letto la notte, i partecipanti hanno riferito che il tempo che prima era “vuoto” , ora è riempito da applicazioni per l’allenamento del cervello, con elenchi di cose da fare o provare, in base a ciò che appare sul proprio feed dei social media.
Sembra che i momenti tranquilli in cui le persone guardano, immaginano e sognano ad occhi aperti siano ora pieni di compiti basati sulla tecnologia.
La crescita delle attività digitali avviene, in parte, perché la tecnologia sembra cambiare la nostra percezione dello scopo del tempo libero. Per molte persone non è più sufficiente semplicemente cenare, guardare la TV o magari fare un corso di ginnastica. Invece, nel tentativo di evitare perdite di tempo, queste attività vengono svolte anche navigando sul web alla ricerca degli ingredienti per una vita più perfetta e cercando di sviluppare un senso di realizzazione.
A prima vista alcune di queste attività potrebbero sembrare esempi di tecnologia che ci fa risparmiare tempo. In teoria, con l’internet banking dovremmo avere più tempo perché non dobbiamo più andare in banca durante la pausa pranzo. Tuttavia, i risultati della ricerca suggeriscono che non è così. La tecnologia sta contribuendo a una forma di vita più densa.
I social media a volte possono ispirare, motivare o rilassare le persone. Ma la ricerca suggerisce che le persone spesso provano un senso di colpa, vergogna e rimorso dopo aver riempito il loro tempo libero con attività online. Questo perché percepiscono le attività online come meno autentiche e utili rispetto alle attività del mondo reale.
Sembra che le persone considerino ancora più importante fare una passeggiata o stare con gli amici piuttosto che stare online. Forse se mettessimo giù il telefono un po’ di più, avremmo il tempo di cucinare davvero quelle ricette che guardiamo online.
Si ritiene inoltre che cambiare i modelli di lavoro significhi intensificare il lavoro. Il lavoro da casa e quello ibrido, resi possibili dalla tecnologia delle videochiamate, hanno offuscato i confini tra tempo lavorativo e tempo libero. Ora che l’ufficio è nella stanza degli ospiti, è fin troppo facile pensare: “Faccio un salto nello studio e finisco di mettere a letto i bambini”.
Le tecnologie digitali stanno accelerando il ritmo della vita. Prima che esistessero le email dovevamo aspettare le risposte alle lettere, o viaggiare in luoghi per parlarci. Invece, ora abbiamo riunioni online consecutive, a volte senza nemmeno avere tempo per andare in bagno. E la posta elettronica crea una crescita esponenziale nelle comunicazioni, il che significa più lavoro per leggere e rispondere a tutti. Una tecnologia mal progettata può anche costringerci a fare più lavoro a causa dell’inefficienza che crea.
Facendo di più, potremmo finire per ottenere di meno e sentirci peggio. Man mano che il tempo diventa più concentrato, lo stress, l’esaurimento e il burnout aumentano, con conseguente maggiore assenza dal lavoro.
Recuperare il tempo “risparmiato” dalla tecnologia potrebbe richiedere un cambiamento nel modo in cui proporzionamo il tempo. Per liberarci dall’abitudine di riempire il tempo con sempre più compiti, dobbiamo prima accettare che a volte va bene fare poco o nulla. Nell’ambiente di lavoro, datori di lavoro e dipendenti devono creare un ambiente in cui la disconnessione sia la norma e non l’eccezione. Ciò significa avere aspettative realistiche su ciò che può e deve essere raggiunto in una normale giornata lavorativa.
Ma sviluppare una legislazione che sancisca il diritto alla disconnessione potrebbe essere l’unico modo per garantire che la tecnologia smetta di prendere il sopravvento sul nostro tempo. Diversi paesi europei come la Francia hanno già il diritto alla disconnessione (i dipendenti non hanno l’obbligo di essere contattabili al di fuori dell’orario di lavoro e hanno il diritto di rifiutarsi di portare con sé il lavoro). In Corea del Sud, dove molti lavoratori hanno turni da schiavi (dalle 7 del mattino alle 23), il governo ha avviato una campagna pubblicitaria per “liberarsi dalla società del super lavoro” e godersi il tempo libero.
È anche possibile che la tecnologia stessa possa essere la chiave per riappropriarci del nostro tempo. Immaginate se, invece di dirci di alzarci e camminare (ancora un altro compito), il nostro smartwatch ci dicesse di smettere di lavorare perché abbiamo completato l’orario stabilito dal contratto. Forse quando la tecnologia inizierà a dirci di fare di meno, finalmente recupereremo il nostro tempo.