“Non sono solo foto, quelle in cui il braccio imprenditoriale della mafia capitale, Salvatore Buzzi, viene ritratto insieme al ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. C’è un appalto. La cooperativa di Buzzi, al centro dello scandalo romano, si occupa delle pulizie del ministero di Poletti. Cinque mesi fa è subentrata a un’altra cooperativa, di cui improvvisamente sono state scoperte carte non proprio in regola.
L’appalto non è diretto, passa attraverso in Cns, il Consorzio nazionale servizi, nel cui consiglio di sorveglianza sedeva pure il solito Buzzi e il cui direttore commerciale per il Centro Italia, Salvatore Forlenza, è indagato per turbativa d’asta. Ma, nel subentro della cooperativa di Buzzi, c’è stato l’obbligatorio avallo del Ministero.
Noi l’avevamo chiesto al ministro Poletti, con un atto parlamentare ufficiale, una interpellanza urgente. Gli avevamo domandato se il ministero del Lavoro intrattenesse rapporti con la cooperativa di Buzzi. Poletti era troppo impegnato per venire a rendere conto al Parlamento italiano e ha mandato il sottosegretario Teresa Bellanova. Che ha deciso di non rispondere, ha saltato a piè pari la domanda. Ora capiamo perché.
Poletti andava a cena con Buzzi e tutto il cucuzzaro, presenziava alla presentazione del faraonico bilancio della sua cooperativa. Poletti era presidente della Legacoop, ma non si è accorto di nulla. Ora è il ministro del Lavoro e non si è accorto dell’appalto dato con l’avallo del suo ministero alla cooperativa di Buzzi. Poletti, forse, non si è accorto neanche di essere un ministro. Poletti deve dimettersi, per restituire un minimo di dignità all’istituzione che rappresenta.” Massimo Baroni, M5S Camera
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