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Il giornalismo della CIA

beppegrillo.it - Novembre 2, 2014

La confessione del giornalista Udo Ulfkotte a Russia Today che racconta come le informazioni dei mainstream media sono manipolate con fini politici e propagandistici tramite l’intervento dei servizi segreti, nel suo caso della CIA. La traduzione, presa da L’Onesto, non sempre è letterale: in alcuni punti fa una sintesi del discorso, anche se il senso resta immutato.

“Sono giornalista da 25 anni circa, da sempre indotto, educato e costretto a mentire e a non dire il vero al mio pubblico, ma ora da qualche mese, vedendo come i media tedeschi ed americani cercano di indurre la gente a fare la guerra in Europa, a fare la guerra alla Russia, ho deciso che non ci sto, non ci sto a manipolare la gente in questo modo, a fare propaganda contro la Russia. In passato io e i miei colleghi siamo stati corrotti per tradire il pubblico non solo nel mio paese ma ovunque in Europa. La ragioni per cui ho scritto questo libro è che ho una grande paura di una guerra in Europa e non voglio trovarmi di nuovo a vivere in questa situazione. Le guerre non nascono mai da sole, c’è sempre dietro una serie di persone che danno la spinta in quel senso, e non sono solo politici, ma anche giornalisti; ho scritto quindi come nel passato abbiamo tradito i lettori con gli orientamenti guerrafondai, non ne voglio più sapere, ne ho le scatole piene di queste menzogne di propaganda da repubblica delle banane, altro che libero paese democratico con libera informazione e diritti umani. Guardate i media tedeschi, i miei colleghi che tuonano ogni giorno contro la Russia, in realtà sono cooptati dalla Nato e dagli USA… pensate che pure io fui fatto cittadino onorario dallo stato americano dell’Oklahoma per i miei scritti filo-americani, sono stato aiutato dalla CIA per il mio lavoro pro-America ed ora ne ho fin sopra i capelli, non mi presto più al gioco.
Il libro che ho scritto non mi darà soldi ed onori, ma un sacco di rogne, perchè desidero dare al pubblico tedesco, europeo e del mondo intero un lampo, un’occhiata minima di ciò che davvero avviene dietro alle quinte. Ci sono molti esempi nel passato, ad esempio se guardate al 1988, marzo ’88 in Iraq dei curdi vennero uccisi in massa con gas tossici.
Io però venni inviato nel luglio ’88 nella città al confine coll’Iran, chiamata Zubaidad. La mia missione -c’era in corso la guerra Iraq-Iran – era di fotografare e scrivere che il gas usato era di fabbricazione Tedesca, Zorin gas di Mostarde azotate. Io dovevo mostrare che questa gente era stata uccisa con gas fabbricati in Germania.
Tornato a casa, di tutto il mio corposo servizio uscì solo una minuscola foto con un piccolissimo trafiletto sul Frankfurter Allgemeine, che cancellava completamente tutto quanto di disumano e terribile avrei voluto comunicare, del fatto che decenni dopo la guerra ci fosse stata della gente uccisa con gas tossici di fabbricazione tedesca. Mi sentii tradito nella mia missione di mostrare l’orrore al mondo intero, non mi permisero di gridare al mondo, a tutt’oggi ovunque in Germania pochi sanno delle migliaia di morti a Zubaidad grazie all’insabbiamento di pezzi come il mio.
Molti giornalisti si proclamano tali, europei o americani, ma in realtà come pure fui io, sono delle “coperture non ufficiali”, che vuol dire, in sostanza tu sei impiegato dalle agenzie di spionaggio, dai servizi segreti, salvo che mai e poi mai lo ammetterebbero, seper caso tu venissi scoperto. Per questo siamo definiti non ufficiali, dei paraventi insomma…Mi sono piegato più volte a questo ruolo, me ne vergogno, come mi vergogno di aver lavorato per l’autorevole Frankfurter Allgemeine dove mi son fatto comprare dall’alta finanza, dagli Americani ecc per NON riferire il vero….Mi chiedo poi cosa sarebbe successo se avessi scritto su quel giornale qualcosa a FAVORE della Russia…Eravamo e siamo tutti obbligati e indotti a scrivere per gli USA e la UE, mai per la Russia.
Mi spiace, questo non è più quello che per me vuol dire democrazia e libertà di stampa. La Germania è tuttora una specie di colonia americana: per esempio è un fatto che la maggioranza dei tedeschi non vuole bombe nucleari sul nostro suolo, ma invece loro ce le tengono, eccome! Quindi è molto facile avvicinare un giovane giornalista di quotidiani, riviste o stazioni radio/tv da parte di questi funzionari NATO, CIA ecc. e dir loro con autorità “Bene, noi siamo la CIA, lavori con noi?”
Ebbene no, non è così che funziona. piuttosto ti arriva un gentile invito a visitare gli States, tutto spesato, in pratica ti fanno amico, e scivoli dolcemente in una condizione di collaboratore, perchè ti fidi e ti stanno simpatici. Prima o poi ti chiedono gentilmente questo o quel favore, e pian piano il tuo cervello è lavato e condizionato; ciò non avviene solo per i giornalisti tedeschi, ma ancor di più per gli inglesi che hanno un rapporto ancora più stretto con l’America, e poi gli israeliani, ovviamente coi francesi ma già un poco meno, e poi gli australiani, neozelandesi, taiwanesi e molti altri, perfino nel mondo arabo come i giornalisti giordani, del sultanato di Oman…
Quando trovi un professionista rispettato ma trovi che dietro di lui c’è il burattinaio della CIA…Ora vi do un altro esempio: a volte i servizi vengono a trovarti in ufficio a commissionarti un articolo – guardate che questa cosa è successa anche a me! – e ricordate che il BND o Servizio Segreto Federale Tedesco è stato generato direttamente dalla CIA – allora questi signori sono venuti da me al Frankfurter Allgemeine a Francoforte per farmi scrivere un articolo su Gheddafi e la Libia. Questo nonostante il fatto che io non avessi alcuna informazione o notizia speciale su Gheddafi, ma me le hanno date loro, insomma a loro serviva la mia firma sotto le loro informazioni. L’articolo uscì sul Frankfurter Allgemeine, ma era interamente opera del BND.
Allora vedete, questo si può chiamare giornalismo? Coi servizi segreti che scrivono interi articoli? Ce l’ho ancora nei miei files, era una storia di come Gheddafi stava costruendo una fabbrica di gas tossici a Rabtha. Dopo l’uscita sul Frankfurter Allgemeine venne ripreso da giornali e TV del mondo intero, eppure erano cose di cui io non sapevo niente, ero solo stato ingaggiato ed imbeccato dai servizi segreti. Anche questo non è certo un esempio di libero giornalismo, in cui le agenzie di intelligence decidono cosa vada stampato e cosa no; ed ora vi do un ottimo esempio di cosa capita se gli dici di no, che non ci stai.
In Germania abbiamo un eccellente servizio di soccorso per il traffico in elicotteri, amano chiamarsi gli Angeli in Giallo: una volta uno dei loro piloti si rifiutò di collaborare con il BND come “non ufficiale”. Ebbene fu licenziato dal servizio elicotteri, anche perchè il giudice cui si rivolse lo ritenne “inaffidabile” perchè aveva rifiutato l’offerta del BND.
Anch’io sapevo bene cosa mi sarebbe successo se non avessi cooperato coi servizi segreti. Pensate che per ben sei volte la mia casa fu perquisita perchè un pubblico ministero mi aveva accusato di “diffusione di segreti di Stato”… Sei volte! Tuttavia io credo con forza che la verità non si possa sopprimere, e prima o poi debba venire a galla. Non m’importa delle conseguenze, io ho avuto già 3 infarti, non ho figli per cui, se mi portano in tribunale o in galera penso che per il trionfo della verità ne sarà valsa la pena.” Udo Ulfkotte, giornalista

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