“Il M5S fin dalla sua nascita non ha mai voluto né percepito un solo euro di finanziamento pubblico. Il M5S ha sempre sostenuto l’illiceità dei rimborsi elettorali: una truffa semantica per aggirare l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti sancita dal referendum del 1993. In Parlamento ci siamo battuti per l’abolizione dei rimborsi elettorali di qualsiasi genere, i partiti hanno boicottato qualsiasi iniziativa avanzata in tal senso. La legge approvata dal governo Letta è un’altra truffa semantica e permette ai partiti di continuare a gonfiare le casse dei partiti con soldi dei cittadini.
Il MoVimento 5 Stelle ai sensi della legge n. 96 del 2012 aveva tutti i diritti di incassare 42 milioni di euro. Il modo più semplice per non percepire gli illeciti rimborsi elettorali è stato quello di non presentare alcuna richiesta e di non conformarsi ad alcun requisito utile all’incasso dei milioni di soldi pubblici che sarebbero spettati al M5S. L’art. 3 della legge 96/2012 stabilisce che: “I partiti e movimenti politici che intendono usufruire dei rimborsi per le spese elettorali e dei contributi a titolo di cofinanziamento dell’attivita’ politica ne fanno richiesta, a pena di decadenza, al Presidente della Camera dei deputati o al Presidente del Senato della Repubblica, secondo le rispettive competenze, entro il trentesimo giorno successivo alla data di svolgimento delle elezioni“. Il M5S non intendeva usufruire dei rimborsi per le spese elettorali (pari per altro a circa 100 volte quanto realmente speso per la campagna elettorale sostenuta tramite le microdonazioni dei cittadini) e pertanto non ne ha fatto richiesta, quindi i rimborsi sono ufficialmente decaduti, così come previsto dalla legge. L’art.5 della stessa legge precisa che: “I partiti e i movimenti politici […] qualora abbiano diritto ai rimborsi per le spese elettorali o ai contributi di cui alla presente legge, sono tenuti a dotarsi di un atto costitutivo e di uno statuto, che sono trasmessi in copia al Presidente del Senato della Repubblica e al Presidente della Camera dei deputati entro quarantacinque giorni dalla data di svolgimento delle elezioni“. Il M5S non ha trasmesso alcun atto costitutivo o statuto propedeutico al percepimento dei milioni di rimborsi elettorali illeciti perché non aveva alcuna intenzione di percepirli.
È bastato che il Movimento 5 Stelle non inviasse alla Camera e al Senato la documentazione nei termini previsti, di 30 e 45 giorni dopo le elezioni. Una volta scaduti i termini, il Movimento ha definitivamente rinunciato a 42 milioni di euro. È per questo che sulle delibere del 24 e del 29 luglio 2013 risultiamo decaduti. Con questo post ancora una volta ci tocca spiegare ad un giornalista la procedura per rinunciare ai rimborsi elettorali in Italia. È la volta di Gianluca De Martino di Wired altro sostenitore della tesi “il Movimento 5 Stelle non ne aveva diritto.” M5S Camera e Senato
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