di Paul Rulkens – Nel 1942, Albert Einstein insegnava all’Università di Oxford. Un giorno, diede un compito di fisica agli studenti dell’ultimo anno. Mentre passeggiava per il campus con il suo assistente, questi, all’improvviso, lo guardò e disse: “Dottor Einstein, il compito che ha appena dato agli studenti di fisica dell’ultimo anno, non è lo stesso identico compito che ha dato nella stessa classe l’anno scorso?” “Sì, si,” disse Albert Einstein, “È proprio lo stesso.” “Ma, Dottor Einstein, com’è possibile?” disse l’assistente. “Beh,” disse Einstein, “le risposte sono cambiate.”
Le risposte sono cambiate. Insomma, se era vero nel 1942, lo è a maggior ragione anche oggi. Viviamo in un mondo nel quale le domande saranno anche le stesse, sono le risposte che sono cambiate. In altre parole, ciò che vi ha portati fin qui non potrà condurvi oltre. E se si desiderano risultati mai ottenuti finora, vuol dire che bisogna cominciare a fare cose mai fatte prima. La domanda centrale che ci poniamo oggi è: C’è una logica nella follia? Esiste un modo che consenta a ciascuno di noi di fare cose impossibili ottenendo risultati davvero innovativi? Vi farà piacere sapere che la risposta a questa domanda è ‘sì.’ Vi spiegherò infatti perché quando si tratta di alte prestazioni, la maggioranza è sempre in errore e come volgere ciò a proprio vantaggio per ottenere il più possibile da ciò che si ha a disposizione. Ma prima vorrei illustrarvi un concetto, un’osservazione interessante.
Quando individui, gruppi e organizzazioni hanno un problema insormontabile, adottano in genere uno di questi due comportamenti: continuano a fare le stesse cose in misura maggiore o minore. Solo molto raramente, invece, capita che inizino a fare cose del tutto diverse. Guardando i dati, è interessante notare che solo il 3% degli individui tende a comportarsi in modo diverso. Il restante 97% continua a picchiare la testa al muro come una sorta di coniglietto Energizer sotto steroidi. Perché? Per capirlo, bisogna porsi un’altra domanda. E la domanda è: qual è lo scopo del pensiero? Se si pone questa domanda a uno studioso del cervello, la risposta sarà: “Lo scopo del pensiero è smettere di pensare.” Che cosa vuol dire? Le cose stanno così: Il pensiero è un’attività che richiede molta energia. Quindi ogni volta che pensiamo, cerchiamo di farlo il più brevemente possibile e poi reinseriamo il pilota automatico. Per oltre il 95% della nostra vita funzioniamo con il pilota automatico. Ad esempio, a volte vi sarà capitato di guidare e accorgervi di non ricordare cosa avete fatto nell’ultima mezz’ora. Quello è il cervello in modalità pilota automatico.
Quando il cervello è in modalità pilota automatico, si verifica ciò che gli scienziati chiamano miopia mentale, detta anche visione tunnel. Questo tipo di visione comporta qualche problema perché crea confusione nella percezione della propria prestazione.
È il motivo per cui molte persone vivono comportandosi come un pilota mediocre di auto da corsa. Seduto nella sua macchina, egli vede nello specchio retrovisore gli altri concorrenti, ma è così indietro che crede di essere in vantaggio. In altri termini, noi tutti tendiamo a pensare entro schemi limitati, metaforicamente rappresentabili come una scatola. Noi, dunque, pensiamo all’interno di confini limitati. Facciamo un esempio.
Uno dei confini è di tipo legale, e induce a pensare entro un quadro giuridico. Giusto per capirci: pochissimi di voi penserebbero di rubare il portafoglio di un loro vicino di sedia per finanziare l’avvio della propria nuova e fantastica impresa. Almeno lo spero. Noi, dunque, pensiamo entro confini di legalità, ma ce ne sono anche altri. Pensiamo anche entro confini tecnologici, fisici e anche morali. Ecco perché pensiamo dentro la scatola. Almeno questo è ciò che crediamo. Perché in realtà, la scatola in cui pensiamo è piccolissima.
Ad esempio, se stasera dicessi: “Mangiamo qualcosa, ceniamo, che scelta abbiamo?” Forse alcuni di voi suggerirebbero: “Compriamo una pizza,” “Andiamo al ristorante” oppure “Cuciniamo noi,” e così via. Solo pochissimi di voi, credo, proporrebbero “Ehi, perché non andiamo sull’autostrada qui vicino, raccogliamo qualche animale morto sul ciglio della strada e ci prepariamo una bella cenetta.” Un pensiero inquietante. Ma la cosa strana è che per molte persone al mondo si tratterebbe di una risposta del tutto normale, nulla di sbagliato. Ciò dimostra che il nostro modo di pensare è davvero molto limitato.
Se guardate più da vicino al vostro settore o ambito professionale, capirete che anche voi pensate all’interno di una scatola piccolissima. E i confini della scatola si chiamano standard di settore, o norme di settore. Se per esempio siete nel settore della ristorazione, lo standard di settore sarà che le persone arrivano nella vostra struttura, mangiano e poi pagano. È lo standard. Fanno tutti così in quel settore.
Altro esempio: se il vostro settore è quello bancario, la norma è che le persone vi danno del denaro, voi dite tante grazie, e poi date il denaro a qualcun altro. Questo fa il settore bancario! E questi sono gli standard, le norme di settore o ambito professionale.
Ma la cosa più importante è che la parola ‘norma’ è l’abbreviazione di ‘normale.’ In pratica, se fai quello che fanno gli altri, otterrai i risultati che ottengono loro, vale a dire, risultati ‘normali.’ Ma quello che ci interessa qui, sono i risultati straordinari.
In che modo, dunque, possiamo spingerci fuori dalla scatola? Uscire dal contenitore angusto del nostro ambito professionale e di settore per giungere nel luogo felice dove si verificano straordinarie innovazioni. Come si fa? A questo proposito vi illustrerò lo strano caso dei tassisti londinesi. A Londra, se vuoi diventare un tassista, devi conoscere la città a memoria, cosa che chiameremo “conoscenza.” Vi rendete conto che ci vogliono anni per acquisire ‘la conoscenza’. Un bel problema, se volete espandere rapidamente il vostro volume d’affari. I tassisti, quindi, si sono domandati: Come faccio a espandere rapidamente la mia impresa dando lavoro a dei tassisti che non sanno nulla della città di Londra? E hanno trovato una soluzione molto ingegnosa. Hanno pensato bene di creare due tipi di taxi. Uno è un taxi normale, mentre l’altro ha un cartello che dice, “L’autista di questo veicolo non sa niente… della città di Londra, ma è lieto di ricevere indicazioni da voi.” È stata una brillante soluzione perché ha attratto le persone che abitavano a Londra, e che quindi conoscevano bene la città e che, finalmente, potevano spadroneggiare in taxi.
Un’idea brillante! Potrà sembrarvi solo una simpatica storiella ma dietro c’è molto di più. Perché dimostra che i cambiamenti innovativi e i risultati straordinari, si verificano quando le persone decidono di rompere con gli standard e le norme vigenti nel loro settore o ambiente professionale. Lo vediamo continuamente ovunque. Per esempio, se foste titolari di un’azienda di mobili e un bel giorno decideste di non montare più i mobili per i vostri clienti, vi ritrovereste, con tutta probabilità, con un’azienda chiamata IKEA. Se invece, ad esempio, aveste un’azienda di computer e un giorno decideste di non vendere più i vostri computer in un negozio fisico, finireste verosimilmente con un’azienda chiamata Dell.
Questo c’insegna che c’è del metodo nella follia. Una volta compreso che la maggioranza è sempre in errore, quando si tratta di prestazioni elevate, è possibile smettere di dover continuamente aggiustare le cose e passare invece direttamente all’innovazione su larga scala.
L’imperatore romano Marco Aurelio disse una volta che l’obiettivo dell’esistenza non è quello di far parte della maggioranza, bensì quello di cercare di non ritrovarsi nelle file degli insani di mente. Facendo ciò che fanno tutti gli altri, non ci distinguiamo e probabilmente restiamo bloccati. Ragion per cui, quando si parla di prestazioni elevate, la maggioranza è sempre in errore.
Noi sappiamo con certezza che un 3% delle persone è in grado di raggiungere risultati straordinari. Ciascuno di voi può entrare a far parte di quel 3% se decide, a partire da oggi, di rompere con gli standard e con le norme di settore. L’alternativa, naturalmente, è andare a far parte del 97% che, in fin dei conti, lavora per quel 3%.
A partire da oggi, la scelta sta solamente a voi.
Tedx tradotto da Patrizia C Romeo Tomasini, Revisione di Laura Pasquale