di Gianni Girotto – Cosa sono le Comunità Energetiche? Sono la possibilità, sino a pochi mesi fa irrazionalmente vietata dalle leggi sino ad allora vigenti, per famiglie (sia in condomini sia in singole unità abitative) Enti Pubblici e imprese di unirsi, per produrre e auto-consumare “sul posto” e “tra di loro”, condividendola, energia prodotta da impianti a fonte Rinnovabile, fino ai 200 KW di potenza, entrati in esercizio dal 1 marzo 2020 e di proprietà di tali Comunità.
Quali sono i vantaggi?
- Un incentivo di 100 o 110 €/MWh, a seconda della configurazione adottata dai membri della Comunità, sull’energia prodotta, per 20 anni. Da notare bene che tale incentivo NON AGGRAVERÀ di un centesimo le bollette degli italiani, perché sostituisce il precedente, che anzi andava di fatto a incentivare anche l’energia fossile
- Attivabile anche su impianti che verranno costruiti col “Superbonus 110%”: l’incentivo suddetto è riconosciuto anche sulla produzione generata dal 21° KW in su (sui primi venti l’impianto è “regalato” dallo Stato, appunto tramite il 110%)
- Zero burocrazia: le comunità energetiche non sono attività commerciali, basterà una comunicazione al GSE di avvenuta installazione dell’impianto, che varrà come autocertificazione. Niente bandi, nessuna altra formalità.
- Gestione dei cittadini: la norma nazionale è chiara e inderogabilmente protetta anche dalla norma superiore europea, la gestione sarà sempre nelle mani dei cittadini/Enti pubblici, mai delle imprese.
Questi i vantaggi specifici per i membri delle Comunità che si costituiranno, mentre i vantaggi per tutti gli italiani sono:
- una riduzione delle perdite di energia lungo la rete: produrre e consumare sullo stesso edificio, o tra edifici vicini come quelli delle Comunità significa non disperdere (in calore) circa il 7% dell’energia che oggi si produce ma deve raggiungere spesso luoghi molto distanti, cosa che determina appunto tale spreco (è come se un metanodotto avesse un buco, e da quel buco uscisse il 7% del gas…).
- ridurre il costo della bolletta di tutti: produrre e consumare sullo stesso edificio, o tra edifici vicini come quelli delle Comunità significa ridurre lo “stress” del sistema elettrico nazionale, “stress” che viene gestito tramite attività e servizi che costano letteralmente miliardi ogni anno, e che sono pagati appunto con le bollette di tutti.
- diminuire le importazioni di energia, tipicamente fossile, e quindi l’inquinamento, ed essere quindi anche politicamente più autonomi.
- creare moltissimo lavoro per le nostre micro, piccole e medie imprese
Si tratta di una vera e propria rivoluzione, di un enorme miglioramento strutturale nel mondo dell’energia elettrica, tanto più importante quanto più si considererà che, in un futuro molto vicino, sia la mobilità sia il riscaldamento degli edifici si sposteranno verso l’utilizzo dell’elettricità, anziché gli attuali gas/petrolio. La norma che apre la stagione della generazione distribuita, dell’autoconsumo e delle comunità energetiche è la prima pietra su cui costruire un futuro energetico molto più democratico, legato al territorio e alle realtà locali, ambientale e pacifico, così come richiesto oggi da tutti coloro che guardano al loro domani.
Per approfondire:
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Video Conferenza stampa di martedì scorso: https://youtu.be/9ilrqDSz1G8