L’emergenza che stiamo vivendo ci ha ricordato l’importanza di alcune cose che molto spesso abbiamo dato per scontate, uno su tutti il gesto quotidiano di lavarsi le mani. In questi giorni le laviamo più spesso che mai con acqua e sapone, facendo la nostra parte per contenere l’epidemia che ci minaccia, ed è un gesto così semplice, naturale, ma che per molti non è poi così.
Non lo è per chi è in difficoltà, decine di gruppi e famiglie vulnerabili con bambini, anziani, disabili e malati gravi. Tra senzatetto, richiedenti asilo e comunità rom in insediamenti informali sono oltre 60.000 in Italia e gran parte è concentrata al nord.
Per questo il Movimento Kethane e la Rete a Difesa delle Fonti e del Diritto Umano all’Acqua hanno notificato le proprie richieste al Presidente del Consiglio dei Ministri, per chiedere un decreto legge che autorizzi l’allaccio alla rete idrica a chi abbia trovato riparo di fortuna o viva in insediamenti informali, per potersi semplicemente lavare le mani.
Lo sentiamo tutti i giorni, la prima e principale raccomandazione delle autorità sanitarie in tutti i paesi è la corretta igiene delle mani poichè è la prima barriera di contenimento per il Coronavirus, così come per molti altri virus e malattie da contagio.
“I numeri parlano chiaro, moltissime persone in Italia non hanno una vera casa – dichiara Dijana Pavlovic del Movimento Kethane – alcuni sono contagiati e se vogliamo fermare il virus, dobbiamo dare l’acqua a tutti”.
“La Costituzione italiana afferma il diritto alla salute di tutti, ma bisogna abrogare due leggi, che lo negano ai gruppi più fragili – afferma Maurizio Montalto portavoce nazionale delle Rete, che difende i diritti umani – l’emergenza Coronavirus può essere affrontata con una norma semplice e a costo zero”.
“Bisogna bere tanta acqua per idratare le cellule – afferma Gerhard Seeberger Presidente della Federazione Mondiale dei Dentisti – per difendersi dal Covid 19”.
Questa crisi ci ha costretto a riscoprire la nostra vulnerabilità, quella reciproca e quella condivisa, così come l’interdipendenza e il valore della cooperazione tra i popoli per affrontare i rischi.
Le sfide globali possono essere affrontate solo combinando gli sforzi di tutti e che i diritti umani e la dignità ci rendono interconnessi nonostante confini e distanze. Mettere le persone al centro è la chiave per aspirare a un futuro giusto e sostenibile.
Nessuno deve restare indietro.
Cosa stiamo aspettando?