Al via un nuovo progetto per promuovere la crescita in Europa del mercato della mobilità elettrica. Un settore da ampliare su larga scala attraverso soluzioni “smart” e integrate con le esigenze dell’utente poste al centro del processo di innovazione.
Il progetto si chiama USER-CHI (Innovative solutions for USER centric CHarging Infrastructure) e ha preso avvio a inizio settimana a Bruxelles. All’evento erano presenti anche i tecnici di Roma Servizi per la Mobilità che hanno proposto un piano innovativo per la Capitale che prevede la realizzazione di una postazione sperimentale per la ricarica dei veicoli integrata e multisorgente (ovvero utilizzando la rete ordinaria, il fotovoltaico, altri veicoli in ricarica – ossia sfruttando lo scambio di energia veicolo/postazione e anche con l’utilizzo di batterie esauste come accumulatori). Il progetto nella Capitale è sviluppato in collaborazione con ENEA, ENEL X, e la start-up DSI.
L’ideazione del test pilota su Roma, concordato con Roma Servizi Mobilità nell’ambito del progetto europeo USER-CHI (Innovative solutions for USER centric CHarging Infrastructure) è stato concepito da Bruno Lombardi.
L’iniziativa USER-CHI, finanziata da UE, si inquadra nel programma Horizon 2020 – low carbon and climate resilient future, e coinvolge altre grandi realtà metropolitane (Barcellona, Berlino, Budapest, Turku), con Firenze e Madrid associate.
La transizione energetica sta cambiando il modello produttivo e distributivo dei prodotti energetici con un incremento del vettore elettrico a scapito dei combustibili tradizionali. La mobilità evolverà quindi verso un nuovo modello che vedrà convergere settori industriali oggi tra loro distanti:
– l’automotive, con l’entrata in campo di costruttori diversi dai tradizionali , prodotti low-cost e crescente competizione con i mezzi di micromobilità,
– la distribuzione di prodotti energetici per autotrazione, non più soltanto oil&gas ma soprattutto energia elettrica attraverso tecnologie in rapida evoluzione, sistemi di stoccaggio in prima linea,
– l’infrastruttura elettrica, la cui architettura, risalente al dopoguerra, risulta ormai deficitaria rispetto alle esigenze di sistemi di ricarica veloci per autoveicoli,
– le tecnologie di comunicazione e controllo digitali, che permetteranno servizi altamente innovativi che vanno dalla geolocalizzazione, i sistemi di prenotazione e pagamento, fino alla guida assistita ed autonoma,
– l’architettura e l’urbanistica, con la realizzazione di spazi e strutture dedicate sia ai punti di ricarica che alle esigenze quotidiane delle persone e che consentano l’intermodalità fra le varie infrastrutture di trasporto,
– la smart city, che con un approccio “more brain, less steel and copper”, realizzi l’interconnessione intelligente fra tutte le risorse disponibili ed il loro corretto bilanciamento con la domanda, in modo da realizzare concretamente quanto sotteso dal generico termine “sostenibilità” .
Si può quindi immaginare una città sul cui territorio servizi, uffici e attività commerciali siano distribuiti anche in funzione di “tempi di attesa” dedicati ad una energia e ad una mobilità sostenibili, una Smart City che consenta di ricaricare il veicolo elettrico e – nel frattempo – chiedere un certificato, prenotare una visita medica o dal veterinario, concedersi una messa in piega o una visita alla ludoteca con i bambini.