Se fino a ieri imperversava lo spettro del consumismo sfrenato e poco ragionato, oggi assistiamo ad una vera e propria inversione di rotta.
E’ partito tutto diversi anni fa con il commercio equo e solidale, grazie poi all’informazione accessibile a tutti il consumatore è diventato sempre più consapevole fino a trasformarsi in responsabile verso se stesso e l’ambiente.
Di conseguenza i brand, le multinazionali e la grande distribuzione hanno cominciato a guardare con interesse crescente ai prodotti biologici, km0, no plastic, etc, vedendoci non solo la salvaguardia ambientale, ma anche un risparmio oltre che un guadagno.
Ma è davvero una “rivoluzione verde”?
No, a volte alcune scelte vengono fatte anche un po’ per salvare la faccia davanti alla concorrenza e ai grandi clienti.
La competizione tra i big nei confronti del green rappresenta un’acquisizione di prestigio e credibilità verso finanziatori e clienti, dimostrando in questo modo di essere aziende all’avanguardia, con una certa eticità nei confronti del pianeta.
A questo mercato in espansione hanno volto lo sguardo diversi inflencer e blogger, che hanno fatto dell’ambientalismo la loro missione. Condivisione di ricette, stili di vita, viaggi e piccole grandi scelte quotidiane per abbracciare uno stile di vita più sostenibile.
Ne è un esempio Ocean Ramsey che, con quasi 400 mila follower, ha come obiettivo quello di promuovere la salvaguardia degli oceani, delle profondità marine e delle specie in estinzione.
La sua attività di sensibilizzazione si concentra sugli squali. La sopravvivenza di questi predatori infatti è essenziale essendo in cima alla catena alimentare, mantengono un equilibrio nell’ecosistema marino.
Ocean da influencer è diventata qualcos’latro, fondando la società di ricerca e conservazione marina One Ocean Diving and Research, attraverso la quale insegna agli studenti delle scuole, oppure ai turisti, il rispetto per l’oceano.
I green influencer promuovono, con l’aiuto del digitale, una battaglia importante e sacrosanta. Ovvero quella che invoglia i cittadini a condurre uno stile di vita più sostenibile nei confronti del Pianeta.
Sicuramente queste battaglie hanno contribuito a dare visibilità al problema climatico e non solo. Eppure accanto a loro è necessario che la tutela dell’ambiente e la protezione degli oceani dagli effetti dell’inquinamento globale diventi per gli Stati un obiettivo cruciale.
Proteggere l’ecosistema, mitigare gli impatti dei cambiamenti climatici, frenare la pesca eccessiva e l’inquinamento, è assolutamente necessario per proteggere la nostra terra che è in pericolo.
Con questa attenzione a ciò che consumiamo abbiamo nel nostro piccolo cominciato una piccola rivoluzione dei consumi ma non è sufficiente, abbiamo infatti urgentemente bisogno di proteggerne almeno un terzo della terra entro il 2030 con un piano per la protezione delle foreste e degli oceani che salvaguardi l’intero spettro della vita.